2025, un anno che non nasce bene
Ogni fine anno si spera che il nuovo sia migliore del vecchio, e poi il tempo scorre facendo naufragare le illusioni davanti alla realtà, senza che, per fortuna, perdiamo il vizio di sperare e di sognare. E’ passato un anno duro e se ne preannuncia un altro durissimo. A causa di una serie di speculatori e di speculazioni incrociate i prezzi sono lievitati ben al di là di quanto dicano i dati ufficiali sull’inflazione. Tutti i commercianti e i lavoratori autonomi, già dallo scorso anno, si sono lasciati sedurre dalla tentazione di aumentare i prezzi del 30%, alcuni del 50%, senza che tali aumenti fossero motivati. Già si progettano ulteriori aumenti dei prodotti energetici sempre con finale destinazione del denaro nelle tasche dei soliti speculatori, che, invece di essere fermati, in nome del libero mercato continuano ad arricchirsi “al di là di ogni ragionevole cifra”. Sul piano politico continua la resistibile ascesa della Meloni primadonnapremier dopo un risultato elettorale che è stato una mazzata in testa a tutti quelli che pensavano che la destra si può battere da parte di una sinistra che ha già scelto di essere sconfitta con le sue divisioni e grazie a una legge elettorale che impone ibridi schieramenti. Sono già tre anni che gli Italiani si sono risvegliati neofascisti senza neanche la licenza di poterlo dire, perché bisogna nascondere bene qualsiasi richiamo al fascismo originario. Tutti i giornalisti, dai leccaculo di professione di destra ai falsi cantori di democrazia di sinistra, si sono affrettati a schierarsi, alcuni su una posizione di attendismo diffondendo la favola di una presunta cooptazione del nuovo regime all’interno delle regole del vecchio, in una sorta di falsa continuità che ha già mostrato la sua inesistenza con l’elezione del “fascistissimo” La Russa alla presidenza del Senato e con l’avvio di quella che Meloni chiama “la madre di tutte le riforme”, come prospettava già il massone Licio Gelli e lo sfasciacarrozze Renzi. L’elezione diretta del premier segnerà l’avvio di un’era con un nuovo duce o ducessa che sia, mentre la metà degli elettori se ne sta a casa delegando tutto a chi c’è già. La legge sull’autonomia finanziaria strozzerà le regioni più deboli allontanandole da qualsiasi tentativo di ammodernamento delle infrastrutture. Lo strozzamento della legge finanziaria, approvata in fretta e furia in una stesura raffazzonata, senza la possibilità di un dibattito o di emendamenti migliorativi , le perdite di tempo dei mesi passati, nel tentativo di equilibrare o bilanciare la distribuzione delle varie porzioni di torta ai partiti politici della coalizione, hanno dato ancora una dimostrazione di come ormai il Parlamento sia ridotto a un luogo di esibizione di retorica e di ratifica di quanto è stato già deciso in altre sedi. Visti i tagli, soprattutto alle scuole, alla sanità e alle grandi opere pubbliche, vista la mancanza di investimenti, qualche dubbio che le cose possano migliorare è legittimo. Sul fronte europeo Putin continua nella sua scellerata voglia di distruzione di un popolo fratello, ricordandoci che ha nelle mani il pallino, anche per provocare una guerra nucleare a più vasto raggio. Anche Nethanyahu è ormai sulla strada giusta per portare a termine il genocidio del popolo palestinese. Tutto questo fermento ha portato allo sviluppo di una “prouderie” di corsa al riarmo, all’acquisto di armi sempre più micidiali, alla salviniana difesa dei patri confini e alla resurrezione di una serie di militari, generali, colonnelli, capitani ecc. che pensavamo aver messo in pensione o di avere dirottato verso qualcosa di utile. Su Cosa Nostra possiamo dire sempre meno, perché ormai, nella “società liquida” anche i mafiosi si sono sciolti, liquefatti, nelle strutture economiche, politiche e sociali al punto che è difficile identificarli. Bavagli anche per la magistratura, che si sta cercando di mettere sotto il controllo dell’esecutivo, restringendone gli spazi di autonomia. Non resta che un generico augurio di buon anno a tutti i componenti delle famiglie, ai lavoratori precari spremuti come limoni, ai professionisti che pagano le tasse, agli agricoltori, categoria dimenticata, agli impiegati, razza un estinzione, agli operai, razza quasi estinta, ai marinai, ai commercianti, agli artigiani, alle commesse, ma soprattutto ai diseredati, disoccupati, malati, sfrattati, sfruttati, disperati, affamati, a tutti quanti i tanti migranti erranti e vaganti, e un cattivo anno a quelli che se la spassano alla nostra faccia, ai padroni che hanno i milioni, ai baroni, ai mascalzoni, ai ladroni, e ai mafiusi fitusi e rugnusi. Auguri anche a tutti quelli che abbiamo dimenticato di citare