21 dicembre
21 Dicembre..
Solstizio d’inverno.
L’inizio della stagione fredda in cui tutto sembra morire.
Sotto il manto freddo dei venti del Nord
soffoca la vita e tutto appare spegnersi,
quasi come fosse una gelida carezza
a recare il sollievo estremo..
Stanca di lottare la natura per un attimo si abbandona,
quasi felice, per una volta, di sentirsi sconfitta..
nessuna voglia di combattere ancora..
Chi lo ha detto che si deve sempre lottare?
L’attimo in cui aspetti la fine può anche arrivare desiderato,
come quello in cui raggiungi ciò senti tuo
e che da troppo ti manca..
Chi potrebbe mai credere all’inverno
se pure ti giurasse di avere chiusa,
nascosta nel cuore la primavera?
Quanto tempo.. Quanto spazio..
Arrivi lentamente,
ti adagi ad un respiro di vento,
e dentro me l’ultimo filo
che mi lega al più bello dei raggi di sole
vorrebbe urlare con le parole di Camus :
“Nel bel mezzo dell’inverno, ho infine imparato
che vi era in me un’invincibile estate”.
Troppo lontani i giorni che gridano vita..
Immobile, ne ho atteso un soffio
che venisse a smentire innumerevoli giorni di tristi presagi..
I miei occhi non si sono mai staccati dai suoi,
neppure un istante!
Ellittica terrestre, inclinazione, zenith, distanze siderali,
paure del buio, paure del vuoto.. paure di nulla!
Dove é la mia ed unica primavera?
Mentre svanivi brillando di una luce commovente,
l’universo copriva i raggi del cielo di un fitto manto di nubi..
Tutto un volo..
un volo pindarico e disarmonico tra rupi e scogliere,
picchiate e risalite.. senza respiro..
Eppure.. c’è stato il tempo delle ascese..
C’è ancora quella forza prepotente
che con virtù divina soffia vita e sconvolge ogni cosa?
e dov’è mai, se mai c’è stata?
Quel sorriso, ruggito feroce della voglia di vita,
onde inarrestabili e prorompenti di esistenze ritrovate,
senso ultimo di ogni evento, un eterno inizio..
Ancora lì.. a scalare le montagne,
ad imporsi alla vastità del cielo,
a sovrastare le profondità del mare.
Nessuna esperienza umana è superiore alla sua forza.
I suoi occhi, come lame taglienti,
leggono fra le righe degli attimi fuggenti
e la luce illumina gli angoli più nascosti di ogni anima..
“Un giorno troverò le parole giuste e saranno semplici”,
diceva così Kerouac in quel viaggio che ha fatto sognare,
disperare e sperare ancora..
Semi sparsi.. frammenti di sogni.. polvere di stelle..
una tundra desolata.. con la smania del soffio di vita di Zefiro.
Buon inverno..
che sia il primo oppure l’ultimo..
che sia solo un passaggio..
che sia ancora primavera..
(Luigi Lombardo)