20 giugno 2018
Tutto a posto
I passaggi sono semplici,
ignoranza, fanatismo, rabbia, sciacallaggio,
l’ignoranza non è colpa, lo diventa
quando l’ignorante pretende di sapere
per sentito dire, per avere intravisto,
per spirito di emulazione,
per uscire dalla sua solitudine,
riconoscersi in un gruppo che la pensa come lui;
il fanatismo è l’ignoranza moltiplicata
la pretesa della propria giustezza
l’intolleranza becera per chi dissente,
non si esclude la sentenza di morte;
la rabbia è il fuoco su cui c’è chi soffia,
il dolore di chi non ha vie d’uscita,
il rifiuto dell’obbligo di accettazione
della propria insignificanza;
lo sciacallaggio è lo strumento
scientifico , perverso, disonesto,
di chi soffia sul fuoco, alimentando l’odio,
indirizzando la violenza sul debole,
predicando la chiusura dell’ostrica,
la prospettiva di un mondo nuovo
con l’eliminazione del nemico, della causa.
Abbiamo resistito per qualche tempo,
perché c’eravamo passati nel secolo scorso,
avevamo imparato a conoscere i falsi profeti,
gli incantatori di serpenti,
ma in partenza c’era qualcosa
di cui non ci siamo liberati,
l’atavica condizione di pecore
sottomesse ad un pastore
ed è là che gli sciacalli hanno picchiato forte,
agitando fantasmi, l’onestà, la famiglia, la morale,
l’identità nazionale, un patetico orgoglio,
il pericolo di perdere ciò che non si possiede.
Nel gioco delle apparenze,
dei fantasmi generati ad arte
per distogliere lo sguardo lontano dal reale,
personaggi squalificati salgono sul podio,
dicono quattro cazzate, qualunquemente,
chiedono scusa se l’hanno fatta grossa
e tutto procede come se nulla fosse accaduto.
Sotto il palco gente compiacente
pronta a battere le mani e a dimenticare.
“Fuori dai coglioni” funziona per gli sprovveduti
o per le vittime sacrificali,
quelle che pagano per tutti,
gli altri, i commedianti sul palco
sono abili a ripetere la recita
quanto e come gli pare
con buone possibilità che duri per l’intera vita,
la nostra e la loro.
18.6.2018