Religione e religiosità
Credo che ad alcune persone l’eccesso di religione dia alla testa, disturbi ed alteri la condizione esistenziale giornaliera riempendola di scadenze, di adempienze, di obblighi, di esternazioni ad altri del loro sentire, del fare ciò cui si sentono obbligate e del proporre tutto ciò come gesto di liberazione interiore e proposta di compartecipazione, onde trovare una giustificazione e una compagnia al proprio credere e proporre. Non mi riferisco ai vari testimoni di Geova, evangelici, pentacostali ecc. che ogni domenica fanno la loro passeggiatina quotidiana disturbando le persone nelle loro case: per questi non c’è più nulla da fare. Non parlo nemmeno delle beghine, della loro messa quotidiana, con contorno di canzoncine, comunioni, preghiere e rituali religiosi vari. Magari per loro la giornata si apre con uno spazio religioso che anche la chiude, rinviando tutto al domani. Parlo invece di coloro che recitano quotidianamente rosari, giaculatorie, preghiere varie, novene ecc., che inviano via internet santini, preghierine, proposte religiose, immagini, avvisi di ricorrenze e festività religiose ecc. Costoro mi fanno pensare a un quadro di Dalì “Giovane vergine violentata dalle corna della sua stessa verginità”, dove al posto della verginità si mette “religiosità”. Queste persone sono contente così e non mi permetterei mai di disturbare la loro serenità. Ma immaginate quanti spazi si aprirebbero, se si liberassero da queste adempienze: gli stessi che giornalmente propone il papa, ma che non sono seguiti perché ritenuti secondari rispetto all’intensità del proprio vissuto religioso: penso all’apertura e alla condivisione verso problemi relativi ai profughi, al dramma dei migranti, al massacro quotidiano dei palestinesi, alla devastazione in Ucraina, allo scioglimento dei ghiacciai, ai cambiamenti climatici, alle malattie incurabili ecc. In pratica il mondo vero rispetto a quello mistico vissuto nell’immaginazione ritenuta più reale della realtà.Onde evitare discussioni superflue, parlo dell’eccesso di religione, che potrebbe essere sostituito con l’apertura a un mondo di religiosità. Ma mi rendo conto che sono discorsi inutili