PEPPINO E’ VIVO E LOTTA INSIEME A NOI (Giulio Bufo)
Il 9 Maggio è diventata una giornata importante, una giornata comandata, una giornata da calendario. la giornata di Aldo Moro e…. Peppino Impastato.
Chi era costui? per circa 20 anni è stato considerato, dai media mainstream, un estremista di sinistra, un sangue pazzo ed un terrorista, uno che come un kamikaze si andava ad esplodere sui binari tra Palermo e Cinisi, finchè la verità è venuta a galla: Peppino è stato ucciso barbaramente dalla mafia, da Don Tano “Seduto” Badalamenti, con una macchinazione creata a tavolino per far depistare il tutto.
La Mafia, ieri come oggi, ama le macchinazioni ed i depistaggi, con le complicità delle istituzioni, soprattutto verso chi è scomodo.
Ma se da un lato viene a galla la verità su chi ha ucciso Peppino, dall’altro lato viene quasi sommerso chi era Peppino Impastato, come direbbe qualcuno Peppino è stato “sussunto” dal potere e dal mercato, Peppino è stato reso un’ incona buona per maglietta o fiction televisiva, è stato edulcorato e mostrato come un bravo Cristiano, un superman contro la mafia.
Sarebbe opportuno non dimenticare mai chi era Peppino.
Peppino non era un giornalista, Peppino faceva informazione con l’esigenza viscerale di denunciare, non per riempire testate giornalistiche.
Peppino sapeva bene cos’era la mafia e sapeva bene che la mafia non era solo Tano Seduto, sapeva che la mafia era nella costruzione della nuova pista dell’aereoporto di Palermo, una grande opera non molto diversa da Tav o Nuovo Porto Commerciale di Molfetta.
Peppino sapeva che la mafia era nella speculazione sulla terra, sulla distruzione della bellezza, e con i contadini andava ad occupare le terre espropraite e forse oggi l’avrebbe fatto in Basilicata contro le trivelle o a Niscemi contro il Muos.
Peppino sapeva che la mafia era nello sfruttamento lavorativo e lottava con gli edili e forse oggi sarebbe stato tra i precari, gli esodati, i lavoratori a progetto, tra i migranti.
Peppino sapeva dell’intreccio tra mafia, stato e fascisti, infatti indagava sulla strage mai risolta di Alcamo Marina.
Peppino sarebbe stato anche con i Popoli, visto che organizzava manifestazioni per la Palestina gia negli anni ’70.
Pepppino non era un eroe, Peppino era un compagno, Peppino era un comunista rivoluzionario ed uccidere Peppino non voleva dire uccidere solo Peppino, ma uccidere tutto il collettivo di “Radio Aut” e “Musica e Cultura”, voleva dire portargli al silenzio con la paura, ma loro, con coraggio militante, dal primo momento sostenerro che era stata la Mafia.
Non dimentichiamo chi era Peppino, perchè solo non dimenticando chi era Peppino potremo continuare a dire “Peppino è vivo e lotta insieme a noi”, altrimenti lo rendiamo solo un’icona buona per una t-shirt.
Il 9 Maggio 1978 la Piazza di Cinisi si riempi di bandiere rosse al vento, perchè uccidevano un compagno e si, sperava, che ne potessero nascere altri 100.
Questi pensieri li dedico a “babbuzzo” Salvo Vitale (ti vogliamo bene,assaiiii), a Faro Di Maggio ed a tutti i compagni che hanno lottato con Peppino ed alla sua famiglia.
PEPPINO E’ VIVO E LOTTA INSIEME A NOI