Ricordare Peppino Impastato difendendo i diritti negati (Aaron Pettinari)
di Aaron Pettinari – Foto
A 39 anni di distanza in tantissimi a Cinisi. Il fratello: ”chiediamo l’esproprio del casolare”
“Sono trascorsi 39 anni dall’omicidio di mio fratello Peppino, anni lunghi e intensi, ma credo sia venuto il momento di non vivere di eredità. Dall’anno scorso sul nostro balcone abbiamo esposto lo striscione ‘Verità per Giulio Regeni’ e abbiamo manifestato alla sua famiglia il nostro sostegno e la nostra vicinanza. Giulio è solo uno tra i tanti. Vogliamo arrivare al traguardo dei 40 anni con una mobilitazione che affronti concretamente il tema dei diritti negati”. Con queste parole Giovanni Impastato ha iniziato il proprio discorso dopo l’arrivo del lungo corteo, partito attorno alle 17.20 da quella che era la sede di radio Aut a Terrasini, a Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato. Tantissimi i volti giovani che hanno animato le vie di Cinisi per ricordare l’esempio di Peppino Impastato, il militante di Lotta Continua ucciso il 9 maggio 1978, su ordine del boss Tano Badalamenti, per aver irriso Cosa nostra dai microfoni della radio.
Giovani studenti provenienti da tutta Italia ma anche dalle stesse Cinisi e Terrasini. Quest’ultima una lieta “novità” rispetto al passato e che dimostra, così come ha ricordato uno dei compagni, “come qualche finestra da quel 9 maggio si sia aperta”.
- Tra momenti di riflessione e spettacoli le iniziative sono andate avanti da giorni e questa mattina, ancora una volta, è stata rinnovata la richiesta per l’esproprio del fabbricato dopo che oggi, un decreto firmato da Regione, sindaco di Cinisi e proprietaria lo ha reso fruibile. “E’ un contentino – ha detto Giovanni Impastato – Il problema non lo risolvi aprendo il casolare per quattro giorni, il punto è espropriarlo e fare un progetto di utilità pubblica. È mai possibile che la Regione non sia in grado di fare una valutazione catastale? Ringrazio la Regione e chi si è adoperato per questo accordo, ma intanto il casolare è ridotto male, non è più agibile. Ora siamo noi a dire di chiuderlo, perché il proprietario, malgrado abbia le possibilità economiche, quel casolare lo sta vergognosamente facendo perdere”. E dal balcone di Casa memoria ha aggiunto: “C’è da risolvere il problema del Casolare. Un Paese senza memoria non può avere un futuro e il nostro futuro si basa sulla memoria. Noi per il 40° anniversario di Peppino vogliamo organizzare una grande mobilitazione finalizzata a risolvere questo problema. Inoltre proseguiremo la lotta nel chiedere verità e giustizia per chi non ne ha”. “I diritti dei migranti, la schiavitù che si continua a perpetuare in tutti gli angoli della terra e il diritto al lavoro di tante realtà che rischiano di essere smembrate e decimate, le verità che non vengono riconosciute, i depistaggi e le tante richieste di giustizia – ha proseguito – Dietro i volti dei migranti che sbarcano sulle nostre coste, dei bambini che muoiono di fame a causa di un liberismo globalizzato dominato dal profitto delle vittime di guerre assurde che scoppiano per tutelare gli interessi di governi potenti, ci sono grida disperate che non possiamo più ignorare. Dobbiamo ritornare a fare quello che faceva Peppino, scendere per strada, indignarci, batterci, denunciare. È venuto il momento di definire la nostra scelta, di tirare una linea di demarcazione netta, nessuna connivenza, perché anche il silenzio è connivenza”.
Durante la manifestazione sono stati anche festeggiati i 40 anni di fondazione di Radio Aut, e del centro Impastato. I compagni di Peppino hanno anche ricordato le lotte effettuate per raggiungere alla verità sull’omicidio e il “depistaggio istituzionale” che è stato sancito dall’inchiesta della commissione parlamentare antimafia, che ha chiamato in causa esponenti della magistratura e dell’Arma dei carabinieri. In serata, alle 20.30, nell’atrio comunale, si terrà il laboratorio teatrale “La notte inghiotte la città” e il concerto della cantante folk Matilde Politi. Inoltre ci sarà la consegna del Premio “Musica e cultura 2017” quest’anno assegnato all’attrice Annalisa Insardà per la canzone su Peppino Impastato “E sale quanto basta” (testo Annalisa Insardà, musica Carmine Torchia).
Pubblicato 09 Maggio 2017 su Antimafia Duemila