Falcone e la terza via (Dario Riccobono)
Si avvicina il 23 maggio e con esso le miriadi di iniziative in ricordo di Falcone… le Falconiadi le chiama qualcuno.
Ognuno si rapporta a tali eventi come meglio crede, in base ai propri convincimenti, ai propri interessi, alla propria sensibilità. Ma affiorano essenzialmente due posizioni di fondo, due vie.
Da un lato quella di chi non perde occasione per apparire in prima fila ad ogni manifestazione, corteo, passerella, quella di chi si dichiara amico di Falcone da sempre, dimenticandosene magari il giorno dopo, fino al successivo 23 maggio.
Il personaggio tipo di questa categoria di mestiere fa il politico, viene da Roma, atterra all’aeroporto Falcone Borsellino (infelicissima scelta quella di chiamare così L’aeroporto di Palermo, ha sentenziato Miccichè, perché ricorda immediatamente ai turisti che la Sicilia è terra di mafia!), si ferma in autostrada giusto il tempo per lasciare una corona di fiori e prosegue per la città per partecipare alle commemorazioni, rilasciando interviste a destra e a manca. Questo personaggio ritiene che Capaci sia solo un nome in un cartello autostradale o, peggio, il nome di una strage. Degli abitanti, della loro storia, delle loro ferite, non sa nulla. E perché mai dovrebbe interessarsene? A Capaci non si fanno nemmeno commemorazioni con telecamere importanti.
A proposito, ma ci avete mai pensato che Capaci è l’unico luogo al mondo, teatro di tragici eventi storici, dove non si svolgono commemorazioni ufficiali?
Il 9 maggio per ricordare Peppino tutti sanno che devono andare a Cinisi, per Borsellino si va in via d’Amelio, il 25 aprile di ogni anno a tutti vengono in mente Sant’Anna di Stazzema o Marzabotto. Il 23 maggio per ricordare Giovanni, Francesca, Antonio, Rocco, Vito bisogna guardare il programma: albero Falcone, piazza Magione, via D’Amelio, la Facoltà di Giurisprudenza (quando non ne viene impedito l’utilizzo) e così via. Ha ragione il nostro personaggio, Capaci è solo il nome di una strage.
Dall’altro lato, invece, c’è chi non ha nulla a che vedere con certa gente, finta e ipocrita, che si ricorda di Falcone solo un giorno l’anno. In questo insieme convivono “i duri e puri” e i qualunquisti. Ovvero coloro che non si mischiano a certa gente e si sforzano di trovare del marcio anche nell’antimafia o coloro che non si ricordano di Falcone nemmeno un giorno l’anno e liquidano il tutto con frasi del tipo “sono i soliti comunisti”. Sono gli stessi che affermano che la strage, a dirla tutta, non è nemmeno avvenuta a Capaci, o che arrivano a prendersela persino con i ragazzini che arrivano da ogni parte d’Italia con le navi della legalità: “troppo sperpero di denaro”. Meglio starsene a casa che confondersi con certa gente. Falcone bisogna ricordarlo ogni giorno.
In mezzo, oltre ai tanti indifferenti, ci stanno tanti cittadini: normali, onesti, impegnati. Quelli che ricordano benissimo cosa stessero facendo quel dannato sabato di maggio. Quelli che quel giorno hanno perso qualcuno di famiglia, che si commuovono ogni volta che rivedono un filmato d’epoca, che considerano Falcone un maestro di vita. Quelli che si sentono in qualche modo colpevoli per quella strage, perché si rendono conto che essa forse non ci sarebbe stata se i siciliani fossero riusciti a squarciare il velo dell’indifferenza e della rassegnazione dietro a cui per troppo tempo si sono nascosti.
E allora che fare? Come rendere omaggio a Falcone e a tutti gli altri senza sentirsi accumunati ai suoi finti seguaci occasionali? Ma se è vero che la memoria è importante, soprattutto per un Paese come il nostro che sembra dimenticare con troppa facilità, perché non ricordare, non raccontare ai più giovani?
Non è forse importante celebrare il 25 aprile?
Senza memoria non c’è futuro, diceva qualcuno. Ma senza memoria non ci sarà nemmeno verità, quella verità che ancora cerchiamo su quella infame stagione.
È possibile allora trovare una terza via. Ricordare Falcone il 23 maggio, così come le altre vittime in altri giorni, e onorarlo e seguire le sue orme ogni giorno della nostra vita.
Impegno, coerenza, responsabilità, passione civile, le parole d’ordine che devono guidare il nostro cammino.
Far parte di Addiopizzo per me è un privilegio per il quale ringrazio Dio ogni giorno. Un modo per poter curare quella ferita ancora aperta, una medicina che mi permette di stare bene con me stesso, difendendo la mia terra.
Ecco perché ricordare Giovanni, Francesca, Antonio, Vito, Rocco e farlo a Capaci diventa una cosa naturale, logica conseguenza di un anno di attività e incontri.
Ecco perché andare sino a quella casetta sulla collina, da dove venne azionato l’esplosivo e dove oggi campeggia la scritta NO MAFIA, diventa un pellegrinaggio laico che funge da espiazione dei “peccati” e degli errori di un anno intero. Una salita faticosa e lunga, che ricorda la difficoltà della memoria e dell’impegno quotidiano, e che ci differenzia da quei personaggi che lasciano la loro corona di fiori in autostrada.
Andarci ogni giorno con studenti di ogni parte d’Italia in viaggio in Sicilia con Addiopizzo Travel ci fa tornare ragazzi. Andare a ridipingere quella scritta, voluta da semplici cittadini e non da autorità spesso ipocrite o peggio complici, diventa una richiesta collettiva di verità e giustizia e non un banale esercizio retorico.
Da lassù, ammirando il panorama che ci si apre davanti agli occhi, ci ricordiamo della bellezza della nostra terra. Peppino Impastato diceva che educare alla bellezza significava dare un’arma contro la rassegnazione. Quel panorama ci dà la forza di superare gli egoismi e la pigrizia e di continuare a lottare per la nostra terra, nel nome di Giovanni e di tutti gli altri uomini che credevano in una Sicilia libera e bella.
Per questo vi invitiamo tutti il 22 maggio alle ore 17.00 a COLORARE I NOSTRI SOGNI, a riscrivere quella scritta, NO MAFIA, scolorita dal Sole e dal tempo.
https://www.facebook.com/events/1584209341858477/
Dario Riccobono
Capacioto
Divenuto cittadino un sabato di maggio
19 maggio 2015 alle ore 22:57
NOTA: Questa riflessione è stata pubblicata, oltte che sul profilo facebook di Dario Riccobono e sul sito www.peppinoimpastato.it. La ripropongo come un’alternativa alle previste rituali manifestazioni di quest’anno