Una poesia per Felicia
La tua voce non si è chinata
Felicia,
la tua voce non si è chinata
di fronte ai falsi binari assassini di maggio,
tra sospiri d’attesa
immersi nel silenzio di ghiaccio popolare
proprio come un treno,
la tua vita scorreva velocemente,
i tuoi occhi coraggiosi
invocavano voci e volti per caplre,
seguivi I suoi passi coraggiosi,
cento, colmi dì luce
disegnavi il suo sorriso
sulla sabbia onesta di Cinisi,
per respirare il profumo acceso della vera verità,
per smuovere le coscienze
addormentate dal tempo, impaurite
dalle mani insanguinanti del seduto omertoso
che abbassava lo sguardo
quando gli puntavi il dito contro.
Felicia, la tua voce non si è chinata
di fronte a certe menzogne d’anime divulganti,
decisa tra le verdi persiane,
scavavi profondissimi sospiri
soffiavi dolcemente, valori di lìbertà e cambiamento,
pezzi di carta scritti dal tuo destino di madre coraggio,
nel ricordo di Peppino, sempre vivo, presente,
non volevi farti imbavagliare dalla mafia e dal malaffare,
gridavi continuamente,
insistentemente,
incessantemente,
che la denuncia è il seme vivente della salvezza umana
e il silenzio,
fumo avvelenante dei polmoni della Giustizia,
ne soffoca la dignità e la speranza
Francesco Billeci
(Concorso di poesie Borgetto 2017)