Domande e risposte su Nord e Sud…
C’è chi sostiene che il sud non avesse, prima dell’Unità una vera identità politica
Grave errore storico: il Sud è stato una nazione dal lontano 1130 e sia pure sotto diverse dinastie ha sempre mantenuto lo stesso territorio, mentre il Nord è stato sempre caratterizzato da staterelli ognuno con una sua storia e una sua identità diversa.
C’è chi ha parlato di un sud povero, straccione e “affricano”, prima dell’Unità:
Errore per mancanza di conoscenza della storia economica: il Regno delle Due Sicilie portò in dote all’Italia unita oltre 2/3 della ricchezza monetaria circolante in tutti gli Stati preunitari. Al suo interno c’era il maggior numero di medici per abitante, il più basso tasso di mortalità infantile mentre al nord si moriva di pellagra. Al Sud c’era una bassissima pressione fiscale mentre il Piemonte indebitato all’inverosimile era sull’orlo della bancarotta.
C’è chi parla di un Sud incolto ed inefficiente:
La diffusione dell’ignoranza di massa nel Sud cominciò dopo l’annessione al Regno d’Italia. Le scuole del Sud furono chiuse per 15 anni per poter cancellare la memoria e la cultura di un popolo di millenaria civiltà. Il San Carlo di Napoli è stato il 1° teatro moderno costruito al mondo ed in soli 270 giorni,; a Napoli c’erano manifestazioni teatrali ogni giorno quando a Milano si faticava a trovarne qualcuna.
C’è chi parla di un Sud oppresso nella libertà di voce ed opinione:
Oltre la metà di tutte le pubblicazioni fatte negli stati preunitari veniva dal Regno delle Due Sicilie e da Napoli. Non c’è paragone tra la repressione iniziata dopo la Restaurazione del 1815 a Napoli e quella a Milano, a Firenze, a Torino, a Roma, con la chiusura di riviste e con l’obiettivo di fermare la libera circolazione delle idee liberali e democratiche, da Mazzini, a Cattaneo, a Viessieux, a Pellico.
Il sud era arretrato industrialmente:
Il Regno delle Due Sicilie aveva il maggior numero di operai nelle industrie, nel 1856 ebbe il premio internazionale come 3° Paese al mondo per sviluppo industriale e primeggiava in tantissimi settori, scientifici e tecnologici tra tutti gli stati preunitari e spesso anche a livello mondiale. Dopo l’arrivo dei piemontesi, le industrie al Sud sono state chiuse e delocalizzate al nord. La prima ferrovia, in Italia, fu la Napoli-Portici, a doppio binario, inaugurata il 3 ottobre 1839
Il Sud aveva con una legislazione arretrata ed una amministrazione lenta:
La legislazione del Regno delle Due Sicilie era la più avanzata tra gli stati preunitari e per alcuni punti finanche più di quella francese. Lenta invece era l’amministrazione del Piemonte catapultata a Sud e definita borbonica con un sistematico lavaggio del cervello per darne un significato negativo La prima costituzione in Italia è quella siciliana del 1812 primo esempio italiano di statuto elaborato da una assemblea costituente e il primo contributo della Sicilia alla stato moderno e liberale. Con essa si abolì il feudalesimo, si stabiliva la prima formulazione della separazione del potere legislativo da quello esecutivo si prevedeva , sul modello inglese, un parlamento bicamerale e non più come lo era stato sino allora tricamerale. Il resto d’Italia era nelle mani di grandi proprietari terrieri e di istituzioni ecclesiastiche
Si parla di un Sud delinquente, senza principi e rispetto delle norme:,
Nel Regno delle Due Sicilie c’era un minor numero di atti delinquenziali che nel Nord, il regno è stato invaso senza dichiarare guerra, corrompendo a suon di moneta e promesse di incarichi, i maggiori generali dell’esercito borbonico e facendo accordi con l’allora rozza criminalità siciliana e campana alla quale venne assegnato un ruolo importante nella storia ed un potere, in gran parte di carattere mafioso, che ancora oggi mortifica il tessuto economico, sociale e politico del Sud;
Il sud è stato composto da un popolo di emigranti:
Prima dell’unità nel Regno delle Due Sicilie non esisteva emigrazione anzi era questa, terra di ospitalità e di immigrazione, ad emigrare erano i cittadini veneti, piemontesi, ecc.; dopo l’unità, particolarmente dopo la perdita della speranza di poter cambiare qualcosa, ma soprattutto dopo la repressione dei Fasci Siciliani (1894-96) cominciarono flussi impressionanti di emigrazione verso gli Stati Uniti e verso l’Argentina.
I Savoia riunirono in un solo stato i fratelli italiani:
Da questi fratelli sono state massacrate persone (infamate col nome di briganti) ree solo di difendere la propria patria e il proprio re dallo straniero, o costretti alla latitanza da vicende giudiziarie distorte. Sono stati perfino sciolti nella calce viva i corpi dei soldati borbonici morti di stenti nel carcere di Fenestrelle per non essersi piegati al nuovo re usurpatore, sono stati messi a ferro e fuoco interi paesi bruciando vivi anche vecchi, donne e bambini inermi. Sul numero dei morti causati dalla repressione regia poco dopo l’unità, gli storici riferiscono cifre diverse, da 200 mila a un milione.
ll Sud non ha saputo usare l’autonomia amministrativa concessa:
Quest’accusa è reale. Premesso che il parlamento siciliano, il più vecchio del mondo, venne abolito dopo l’Unità dai Savoia, anche se fu l’ultimo dei Savoia, Umberto II a emanare con decreto il 15 maggio 1946 (quindi precedente alla Costituzione della Repubblica italiana, che lo ha recepito per intero nel 1948. La Regione Siciliana nasce prima ancora della nascita della Repubblica Italiana ed è la , prima fra le 5 regioni a statuto speciale. Ciò nonostante, con l’avvento della Repubblica i politici del Parlamento Siciliano, che si fregiano del titolo di onorevoli, si sono interamente allineati alle direttive della politica romana abbandonando le loro prerogative.
Il sud era depresso e oppresso dalla feroce tirannia borbonica:
I re Borbone risparmiavano la vita dei dissidenti politici mentre i Savoia li fucilavano; Re Ferdinando fu appellato ll “re bomba” per aver appena accennato a bombardare la città di Messina per difendere il proprio regno, quando invece è stato chiamato “Re galantuomo” Vittorio Emanuele I di Savoia che bombardò Genova per annetterla al suo regno; .
Rifacimento e integrazione di una serie di domande e risposte di un’inchiesta in cinque articoli storici dal titolo “Questione meridionale 5” pubblicata su “I nuovi vespri” – Salvo Vitale