Crocifissi sì e no

Crocifisso

Crocifisso  La presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche costituisce “una violazione dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni” e una violazione alla “libertà di religione degli alunni”. E’ quanto ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo nella sentenza su un ricorso presentato da una cittadina italiana. Il caso era stato sollevato da Soile Lautsi, italiana originaria della Finlandia, che nel 2002 aveva chiesto all’istituto statale “Vittorino da Feltre” di Abano Terme (Padova), frequentato dai suoi due figli, di togliere i crocefissi dalle aule. A nulla, in precedenza, erano valsi i suoi ricorsi davanti ai tribunali in Italia. Ora i giudici di Strasburgo le hanno dato ragione. La sentenza ha previsto che il governo italiano dovrà pagare alla donna un risarcimento di cinquemila euro per danni morali. Il governo italiano ha ricorso’ contro la sentenza, difeso dal  giudice Nicola Lettieri, davanti alla Corte di Strasburgo: la sentenza è stata  ribaltata in 2º grado il 18 marzo 2011, quando la Grand Chambre, con 15 voti a favore e due contrari, ha assolto l’Italia accettando la tesi in base alla quale non sussistono elementi che provino l’eventuale influenza sugli alunni dell’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche.-La sentenza n.556 del 2006 della Consulta di stato è un’autentica forzatura logica: «in Italia, il crocifisso è atto ad esprimere, appunto in chiave simbolica ma in modo adeguato, l’origine religiosa dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di valorizzazione della persona, di affermazione dei suoi diritti, di riguardo alla sua libertà, di autonomia della coscienza morale nei confronti dell’autorità, di solidarietà umana, di rifiuto di ogni discriminazione, che connotano la civiltà italiana. Questi valori, che hanno impregnato di sé tradizioni, modo di vivere, cultura del popolo italiano, soggiacciono ed emergono dalle norme fondamentali della nostra Carta costituzionale, accolte tra i “Principi fondamentali” e la Parte I della stessa, e, specificamente, da quelle richiamate dalla Corte costituzionale, delineanti la laicità propria dello Stato italiano.” A chi non fosse chiaro, il crocifisso è espressione di laicità, un ossimoro, come tutto il resto della motivazione..

Com’era facilmente prevedibile, in un paese di bacchettoni e di falsi religiosi com’è l’Italia, l’argomento ha suscitato un autentico vespaio. Tutti, politici di ogni parte, in gran parte per la paura di perdere consensi elettorali, o di conquistarne cavalcando la tigre, cardinali, vescovi, presidenti, storici, politici, professori e persino esperti di tradizioni popolari si sono messi ad abbaiare come cani, esprimendo le teorie più strane: addirittura il crocifisso non è un simbolo religioso, ma un’espressione delle radici culturali di un popolo, che sarebbero quelle cristiane. Naturalmente, prima delle radici cristiane, abbiamo avuto quelle etrusche, greche, romane ecc., ma questo, per i  fanatici è irrilevante. Va anche notato che non si tratta di una “abolizione” del crocifisso da ogni parte del pianeta, ma solo del suo accantonamento dai muri delle aule scolastiche: nessuno impedisce a nessuno, alunno o insegnante che sia, di potere mettersi dieci crocifissi addosso e andare a scuola o dove gli pare conciato in quel modo. L’indegna gazzarra ha assunto le caratteristiche di una vera e propria crociata, organizzata da fanatici razzisti, come il leghista Calderoli, e più recentemente Salvini, che cammina col Crocifisso in mano, Un sindaco leghista ha addirittura disposto una multa da 300 euro a chi non esporrà il crocifisso in classe. Sul letto di morte Cavour aveva detto al prete che lo assisteva: “Padre, libera chiesa in libero stato”. Per sessant’anni è andata avanti così, poi Benito, ateo, “l’uomo della provvidenza”, ha cambiato tutto con il Concordato e tutto è sopravvissuto alla sua morte, con l’art.7 della Costituzione, votato anche dal PCI. Chissà se questo patto, dietro cui stava una barca di quattrini elargiti al Vaticano, sarebbe piaciuto al Cristo in croce. Se qualcuno credeva che il Medioevo fosse scomparso, ha sbagliato tutto. A proposito, i protestanti non espongono il Cristo sanguinolento, ma solo la croce. E poi questa esposizione all’esterno, questo falso bisogno dell’apparire, anziché dell’essere, ci riporta al principio, tutto cattolico, di esteriorizzare la propria fede con messe, processioni, cerimonie all’aperto, anziché nutrirla di sentimenti religiosi intimi e personali. L’Islam invece non espone simboli religiosi. Ma  non è che da parte dell’Islam si stia meglio!!!  (S.V.)

 

 

 

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