L’arte di Filippo Grillo in un servizio sulla rivista Kalos ( Salvo Vitale)
La rivista Kalos è nata a Palermo 33 anni fa come espressione dell’omonima casa editrice specializzata in pubblicazioni d’arte e volumi illustrati,. Per più di un ventennio è stato un punto di riferimento storico e artistico del mondo culturale regionale e non solo, grazie alla collaborazione di esperti e intenditori di specifici argomenti, primo fra tutti la pittura, ma anche le tradizioni popolari, le specialità culinarie e le emergenze ambientali. Dopo sei anni di sosta, nel gennaio 2018, anno di “Palermo Capitale Italiana della Cultura”, il marchio della storica casa editrice è stato rilevato dall’agenzia Composervice Italia s.r.l. che ha nominato un direttore, Salvino Leone, medico, docente alla Facoltà Teologica di Sicilia e scrittore, affiancandogli la collaborazione di un Comitato scientifico costituito da prestigiosi esperti dei vari settori. La rivista è un periodico semestrale, costa 8,50 euro ed è stata interamente rinnovata nella sua impostazione editoriale, contando sulla qualità delle immagini e sulla specificità delle recensioni.
Il primo numero di quest’anno ha riservato , oltre che la foto di copertina, un notevole spazio, 10 pagine, con 11 illustrazioni dei suoi lavori, all’artista partinicese Filippo Grillo.
L’articolo è scritto da Santi Centineo, uno dei maggiori architetti e scenografi italiani e, dopo una ben documentata biografia di Grillo, del quale è sottolineato il rapporto di collaborazione con Danilo Dolci, si sofferma sulla complessa personalità dell’artista e sulla molteplicità dei suoi interessi, dalla musica, al teatro, alla sceneggiatura, all’etno-antropologia, e, naturalmente alla produzione artistica. La recensione è riservata proprio all’ultima parte del lungo percorso artistico di Grillo, orientata verso la produzione di collages di varie dimensioni con diverse tecniche innovative, una delle quali da lui stesso chiamata “rubbing”, in cui, “attraverso lo sfregamento e l’abrasione, l’asportazione del materiale finisce con lo scoprire e far venire fuori “una sorta di stratigrafia nel colore tipografico della carta stampata sovrapposta sul quadro”.
In questa sua esperienza Grillo segue il suo stimolo creativo senza preoccuparsi di orientare la produzione dell’opera a un preordinato disegno, o allo sviluppo di un tema iniziale preordinato, e ne costruisce il significato nell’evoluzione del lavoro che rende spesso problematica la ricerca di un titolo. La destrutturazione del significato segue di pari passo la destrutturazione della materia, che si deframmenta nei tasselli del collage, ormai priva della sua originaria identità e ridotta a nudo elemento visivo, a forzata, se non rattoppata rielaborazione dell’originarietà perduta: la difficile ricomposizione del “vaso rotto” nasconde l’impossibilità del ripristino della piena identità, come una barriera alla piena conoscenza, che resta tra-sfigurata, spesso perduta rispetto alla realtà noumenica da cui è nata.
Il servizio su Kalos è un omaggio a un artista che ad oggi non ha avuto la fortuna di un riconoscimento sul mercato dell’arte, né di un apprezzamento da parte della critica d’arte che conta. Con l’augurio che Grillo, oltre all’apprezzamento per le sue doti artistiche, possa portare a termine il suo “sogno nel cassetto” , che è quello della realizzazione di un “cantiere di Cultura Popolare”, in cui dare la giusta sistemazione alla sua ricca collezione di utensili, oggetti, mobili , icone e tanti altri oggetti, documenti e frammenti della memoria, per la conservazione e la conoscenza del passato come struttura portante del presente e come prospettiva su cui costruire il futuro.