Un fascista è per sempre: Notiziari di Radio Aut 29.11.1977
In questi giorni l’inchiesta di Fan Page ha svelato l’esistenza di neofascisti che continuano a proliferare tranquilli e indisturbati in varie parti d’Italia. L’ultima bravata questi PDM, (nota sigla per definire mafiosi e fascisti), l’hanno fatta assaltando e danneggiando la sezione della CGIL romana. La connessione con le proteste dei no-vax sembra averne ingigantito la forza d’urto. In ogni caso bisogna stare con gli occhi aperti e non sottovalutare queste prove di forza. Sembra, a dire dei nostri improvvisati giornalisti, che il fenomeno si stia sviluppando adesso all’ombra di frange leghiste e dei loro fratelli e cugini d’Italia. In realtà il fascismo c’è sempre stato ed ha attraversato con una lunga striscia di sangue la storia d’Italia. Il brano che segue è un frammento del radiogiornale di Radio Aut del 29 novembre 1977 e dimostra come 44 anni fa le cose non fossero tanto diverse da oggi. E del resto, nessuno dimentichi che il fascismo è nato in Italia e che, come diceva Dario Fo, “c’è sempre un fascista nell’armadio”s.
Due neofascisti dilaniati dalla loro bomba
Catania; Due neofascisti dilaniati alle falde dell’Etna. Si tratta di Pierluigi Sciotto e Prospero Condura, uccisi dal tritolo dell’ordigno che avevano preparato per un attentato. In una baita, poco distante dal luogo dell’esplosione è stato trovato altro esplosivo e uno stock di carte d’identità falsificate. Al momento “dell’incidente” con i due si trovava un terzo neofascista che immediatamente si è dato alla fuga. Stamattina sono stati arrestati altri quattro componenti del gruppo che aveva fatto di quella baita sull’Etna il proprio campo paramilitare. I quattro sono: Ugo Zito, Angelo Sicali, Sebastiano Certo e Giuseppe Viglianesi: il quinto, Pietro Rizzo, probabile testimone dello scoppio è ancora irreperibile. Il campo paramilitare è in tono con la fama di “ vulcano nero” che dalle elezioni del ’71 circonda l’Etna. Questi boschi paramilitari hanno “figliato” elementi come Concutelli, Rovella e Leone e precedentemente quello Stefano Galatà che venne indicato come coinvolto nell’ingarbugliata trama legata alla strage di Piazza Fontana.
Palermo: C’è un particolare che più di ogni altro collega le morti dei due neofascisti di Catania allo squadrismo fascista palermitano: le carte d’identità trovate sull’Etna. Degli stessi documenti falsi infatti erano forniti anche Claudio Scaglione e Enrico Tomaselli, i due fascisti arrestati a Palermo dopo gli attentati alle sezioni comuniste “ Togliatti e Allende” ( 12 e 14 ottobre ’77). L’ultimo fatto in ordine di tempo è la scoperta (17 dicembre) di un bunker pieno di esplosivi sulle rocce di capo Gallo, dietro un campo di tipo paramilitare fregiato con svastiche. Si ritiene che il bunker sia stato la base del gruppo fascista che tra ottobre e novembre, a Palermo, ha compiuto 12 attentati, tra cui quello alla SIP, all’ENEL, all’ICEM ( concessionaria per l’illuminazione pubblica). Il giudice Rocco Chinnici ha emesso 12 comunicazioni giudiziarie per costituzione di banda armata e associazione sovversiva a carico di neofascisti palermitani: tra cui Roberto Miranda, Roberto Incardina, Enrico Ascione, Davide Martinez, La Russa Costanzo, Luigi Florio ed altri. Quali saranno le conclusioni dell’inchiesta giudiziaria? Forse un bell’insabbiamento con relativa assoluzione forfettaria?