ADDIO A FILIPPO CUSUMANO

145963021_4267626519917715_3907595611226753358_n

 

4 funerale_05219 manifestazione sul nucleare 3Tra i compagni di Peppino ne ho conosciuti di ogni tipo, ma nessuno con la modestia, la serietà, la tranquillità, la discrezione, la dolcezza nel comportamento,  di Filippo. Nel momento in cui c’è stato bisogno di prestare la sua opera e la sua manualità è stato sempre disponibile. Tutto questo al di là della sua raffinata professionalità di ebanista e di restauratore  di mobili. Nessuna esibizione. C’è una sola foto in cui lo vediamo in primo piano e in prima fila, quella scattata ai funerali di Peppino, con lo striscione “Con le idee e il coraggio di Peppino noi continuiamo”. Accanto a lui, a reggere lo striscione, Mimì Di Maggio, scomparso anche lui qualche anno fa e davvero tra i pochi degni di poter portare quel messaggio, specialmente in un momento in cui, a causa del depistaggio che avevano assunto le indagini, ci voleva molto coraggio a mettersi in prima fila, come amici di un presunto terrorista.  E ancora una sua presenza, in parte sorridente, in una foto scattata a Terrasini nel febbraio 1978, in una manifestazione di protesta contro il nucleare, che simulava “la morte nucleare” attraverso l’occupazione di una strada dove si erano stesi a terra alcuni compagni. Sempre presente a Radio Aut, ha partecipato, con altri compagni, alla controinchiesta sulla morte di Peppino , è stato uno dei fondatori dell’Associazione Culturale Peppino Impastato, ha continuato a collaborare anche quando a questa Associazione è stato assegnata la casa di don Tano, dove, nel 2002 è stata allestita una mostra dei suoi lavori artigianali. Negli ultimi tempi la sua presenza si è diradata: Filippo, come Guido Orlando, del quale era stato grande amico,  non amava molto le dispute e le violente liti tra alcuni compagni che si sentivano più compagni di altri. Un male incurabile ce lo ha portato via nello spazio di pochissimi giorni, con la complicazione del Covid. Aggiungo il suo nome a quella lunga lista di compagni scomparsi ma rimasti vivi e presenti nella memoria, esprimendo vicinanza ed affetto alla compagna di una vita, Zina, e alle sue due figlie. Lo dico con un verso di Guido Orlando: “Siamo noi che moriamo dopo le vostre morti”   51531021_2482976451716073_1633868369000136704_n

Seguimi su Facebook