Appena eletto è già in catene l’on. Cateno De Luca
Nota: I magistrati hanno aspettato la fine delle elezioni, probabilmente per non rischiare di essere accusati di interferenze nella campagna elettorale, come spesso succede da parte di alcune forze politiche di berlusconiana provenienza. Ci avessero pensato prima il povero Cateno avrebbe potuto evitare la fatica di cercare le sue cinquemila preferenze e al suo posto avrebbe potuto essere eletto un altro, forse più presentabile. Siamo nella stessa provincia che ha eletto a furor di popolo il rampollo ventiduenne del pregiudicato onorevole Genovese, passato dal PD a Forzaitalia dopo che il PD aveva votato per mandarlo dal Parlamento al processo. Tutto questo porta ad amare considerazioni su come i siciliani usano l’arma del voto.
I carabinieri e la Guardia di Finanza, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Messina a conclusione di indagini coordinate dalla Procura di Messina, hanno posto agli arresti domiciliari il neo deputato regionale Cateno De Luca e il presidente della Fenapi (federazione piccoli imprenditori) Carmelo Satta, in qualità di promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa un milione 750 mila euro.
De Luca è stato eletto all’Ars con 5418 preferenze, nella lista messinese di Udc – Sicilia Vera. Il neo deputato era tra quelli considerati impresentabili dal M5s. Attraverso le indagini, dicono gli investigatori, è stato individuato un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori ed alla società Caf Fenapi s.r.l., riconducibile a De Luca e Satta utilizzato, nel corso del tempo, per un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all’evasione delle imposte dirette ed indirette. ”Lo schema evasivo – dicono gli inquirenti – emerso prevedeva l’imputazione di costi inesistenti, da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf Fenapi s.r.l., individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale.
La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta”. Nell’ambito dell’indagine sono state denunciate otto persone ed è stata disposta l’esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi, nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti.
ANSA | 08-11-2017 09:30