Assolto l’ex sindaco di Racalmuto Salvatore Petrotto

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un comunicato dell’ex sindaco di Racalmuto Salvatore Petrotto, nostro collaboratore, da anni sottoposto a un’odissea giudiziaria, sino allo scioglimento della sua amministrazione per sospette infiltrazioni mafiose,  per avere denunciato il sistema di corruzione e di mala gestione della Girgenti acque, attualmente finita finalmente nel mirino della magistratura. Malgrado le collusioni tra la politica, che nell’agrigentino fa capo ad Angelino Alfano ed alcuni settori della magistratura, spesso a danno dei cittadini e a vantaggio dei potentati economici ed affaristici locali, ogni tanto la giustizia fa il suo dovere.

Giustizia  è stata fatta.

La seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo mi ha assolto perché il fatto non sussiste, dopo essere stata chiamata a  pronunciarsi dalla  Corte di Cassazione che aveva annullato, lo scorso anno,  una mia precedente condanna a 4 mesi, del tutto campata in aria, per un presunto reato di tentata corruzione, del tutto inesistente.

Spero che  si sia finalmente capito  che Girgenti Acque, da me denunziata in tutte le sedi, a partire dal 2007 ad oggi, da  quando cioè ero sindaco di Racalmuto e negli anni successivi,  è una società costituita solo per corrompere  decine di politici e funzionari pubblici agrigentini ai quali  sono stati garantiti posti di lavoro in cambio di favori illeciti.

Io  sono l’unico politico agrigentino che ha respinto le proposte corruttive di Girgenti Acque   e che l’ha anche   denunciata,  non solo per i suoi  tentativi di corruzione nei mie confronti, ma anche  per una miriade di altri reati commessi dai suoi azionisti ed amministratori, privati e pubblici.

Denunce che ho regolarmente inoltrato presso la Procura della Repubblica di Agrigento, quella di Palermo, quella di Caltanisetta, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, presieduta dal magistrato Raffaele Cantone, l’Antirust , il CSM , e rivolgendomi  persino al  Presidente della  Repubblica, Sergio Mattarella.

L’intricata vicenda giudiziaria, scaturiva   da una denuncia che, alla luce dei fatti,  si è rivelata semplicemente calunniosa, presentata dell’ex amministratore delegato di Girgenti Acque,  il catanese Giuseppe Giuffrida, il quale  in tal modo intendeva evitare il tracollo finanziario di una società,  contro la quale era stata presentata, nel 2008,  su mia iniziativa, un’istanza di fallimento, accolta dal Tribunale di Agrigento,  per oltre 15 milioni di euro.

Da quel momento Girgenti Acque, per non pagare quanto dovuto allora ed ancora oggi, al Consorzio Pubblico Tre Sorgenti di Canicattì,   ha scatenato contro di me  un vero e proprio inferno giudiziario, con tanto di fango mediatico, alimentato anche da giornalisti prezzolati.

 Adesso,  grazie anche all’assistenza legale dell’avvocato del foro di Agrigento, Ignazio Valenza,  che mi ha difeso per 6 anni,  in 4 gradi di giudizio,  abbiamo definitivamente respinto  tutte quante le calunnie  sollevate  nei miei confronti.

Per difendere gli interessi della collettività,  mi sono imbarcato in un’odissea giudiziaria contro una società di gestione dei servizi idrici agrigentini  che ha solo saputo tartassare i cittadini di un’intera provincia,  con delle bollette i cui importi sono almeno il quadruplo della media nazionale, commettendo  una serie interminabile di reati per truffa, frode, disastro ambientale  e mafia, per i quali è adesso sotto inchiesta da parte di almeno tre  Procure e tre Tribunali siciliani.

Questa mia assoluzione, dimostra la bontà delle mie arrembanti battaglie giudiziarie.

Tutti quanti i comitati cittadini, le associazioni ambientaliste e quelle dei consumatori già si erano resi conto della bontà delle mie iniziative giudiziarie  attraverso  le quali  ho pienamente dimostrato fino a che punto  si sono spinti i calunniatori di Girgenti Acque, per togliere di mezzo il sottoscritto, persona che ritenevano il loro  nemico pubblico numero uno.

Siamo certi che adesso centinaia di migliaia di cittadini agrigentini avranno la strada spianata per chiedere giustizia e dei doverosi risarcimenti economici,  per le  vessazioni subite da Girgenti Acque.

E lo potranno fare   presso tutti quanti i tribunali penali, civili ed amministrativi, anche per rescindere convenzione stipulata dall’ATO idrico 8 anni fa.

L’unico rammarico è che se si fosse dato ragione, nel 2010,  al magistrato del Tribunale di Agrigento, Alberto Davico,  che allora si occupò delle indagini  scaturite dalla denuncia calunniosa dell’allora amministratore delegato di Girgenti Acque, Giuseppe Giuffrida  avremmo potuto i devastanti disastri ambientali ed economici degli ultimi anni.

Infatti, era stato proprio il Davico, allora inascoltato,  a suggerire  alla Procura della Repubblica di Agrigento di indagare non su di me , ma piuttosto su Girgenti Acque.

In tal modo, la  società di gestione dei servizi idrici agrigentini, il cui azionista di maggioranza è l’imprenditore  Marco Campione,  sarebbe stata spazzata via sin da allora e non avrebbe provocato i devastanti disastri ambientali ed economici  degli ultimi anni, soltanto adesso nel mirino delle magistratura di mezza Sicilia.

Meglio tardi che mai!

Salvatore    Petrotto.

 

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