Cianfrusaglie tra prosa e poesia
Ho trovato su facebook questa riflessione intima del mio buon amico Luigi Lombardo e ho provato a ridurla in versi. A volte tra poesia e prosa ci sono barriere insormontabili, altre volte, con la prosa poetica le barriere si accorciano, ma “il verso e la dolce armonia che lo governa”, per dirla con Foscolo, apre spazi di musicalità, pause, distonie, flash, parentesi, sentieri verso impreviste e striscianti sensazioni, esaltazioni e tristezze, scorciatoie per altre dimensioni…....
Cianfrusaglie.. di una sera quasi d’estate..Cianfrusaglie, viste e riviste, tirate fuori e riposte alla rinfusa migliaia di volte, ad ogni respiro.
Rovisto dentro, trovo oggetti che credevo persi, altri che si erano rotti ed altri ancora che non brillano più..
Ognuna di queste mi racconta qualcosa, tutte messe insieme raccontano di una storia a scaglie lunga una vita, di una luna d’argento, di un soffio leggero di un vento greco che diventa bufera, di frammenti di un inverno di menzogne e ceneri di nuove speranze..
Rovisto ancora ed una scatola piena di “vedrai”, taglienti ed affilati, fende la mia mano tesa a raccoglierli.. gocce di sangue si perdono il quel pozzo senza fondo..
ecco questa non potevo dimenticarla: una intera risma di “ci verrò”, indissolubilmente legati con il filo assurdo dei “finisco sempre per seguire il cuore”.. questi non potevo proprio averli dimenticati, erano persi, ma come la scatola dei “vedrai” sanno sempre far male.. un sacchetto di evanescente di “amo te”, davvero pensavo che non ci fosse mai stato.. un fiore di metallo, un nastro azzurro, una sera iniziata quando era finita.. un mezzogiorno nel cuore di un’estate di magia.. una notte buia come Il nero pece dell’indolenza del cuore.. il delirio di un tetto, i frantumi del gesso, una palla di cristalli lacrimali.. due occhi.. che occhi.. frantumi sparsi di anime destinate all’immortalità, ormai immemori della loro grandezza..
Raggi di sole.. anime corrose… manca il respiro, é tardi.. é presto.. é tempo..
non trovo il modo di richiudere via quelle cianfrusaglie.. semplice delirio di una vita.. Chiuso in una notte di quasi estate..
Luigi L
cianfrusaglie..
di una sera quasi d’estate..
cianfrusaglie, viste e riviste,
tirate fuori e riposte alla rinfusa
migliaia di volte, ad ogni respiro.
Rovisto dentro,
trovo oggetti che credevo persi,
altri che si erano rotti
ed altri ancora che non brillano più..
Ognuno mi racconta qualcosa,
tutti insieme raccontano
di una storia a scaglie lunga una vita,
di una luna d’argento,
di un soffio leggero di un vento greco
che diventa bufera,
di frammenti di un inverno di menzogne
e ceneri di nuove speranze..
Rovisto ancora ed una scatola piena di “vedrai”,
taglienti ed affilati,
fende la mia mano tesa a raccoglierli..
gocce di sangue si perdono il quel pozzo senza fondo..
ecco questa non potevo dimenticarla:
un’ intera risma di “ci verrò”,
indissolubilmente legati con il filo assurdo
dei “finisco sempre per seguire il cuore”..
non potevo averli dimenticati, erano persi,
ma come la scatola dei “vedrai”
sanno sempre far male..
un sacchetto evanescente di “amo te”,
davvero pensavo che non ci fosse mai stato..
un fiore di metallo, un nastro azzurro,
una sera iniziata quando era finita..
un mezzogiorno nel cuore di un’estate di magia..
una notte buia come Il nero pece dell’indolenza del cuore..
il delirio di un tetto, i frantumi del gesso,
una palla di cristalli lacrimali.. due occhi.. che occhi..
frantumi sparsi di anime destinate all’immortalità,
ormai immemori della loro grandezza..
Raggi di sole.. anime corrose…
manca il respiro, é tardi.. é presto.. é tempo..
non trovo il modo di richiudere via quelle cianfrusaglie..
semplice delirio di una vita
chiuso in una notte di quasi estate..
Luigi Lombardo 16.6.2017