Comunismo
Lo sforzo disumano
di concretizzare qualcosa finora mai compiuto,
l’aspirazione a vivere
in un mondo che non sia quello attuale
e nemmeno quello di qualche migliaio di anni fa,
qualcosa che è possibile tentare
solo attraverso un momento di rottura,
l’apertura di una possibilità,
affacciarsi su un baratro profondo
e provare la vertigine,
lasciando aperta la voglia di credere
che in fondo ci sia qualcosa
di terribilmente affascinante,
di assolutamente terribile.
Un salto verso l’ignoto,
senza sapere in anticipo
come dovrà essere la società che desidero,
ma partendo da tutto ciò che non desidero.
Un’antitesi senza sintesi,
per evitare ritorni di strutture rigenerate,
per distruggere gerarchie,
per eliminare possibilità relegate nei sogni,
per privare di tutto chi ha tutto
e ridistribuirlo equamente a chi ha niente,
ma soprattutto per ridere a crepapelle,
seduti in cerchio a passarci la bottiglia,
il cosciotto arrostito, la canna,
un verso, una canzone, un bacio,
una bolla per cancellare il peccato,
l’abolizione della schiavitù,
la liberalizzazione de/dalle tecnologie
e un ciclo di stagioni per rinnovare la vita