Crocetta in Commissione Antimafia

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Crocetta  a pugno alzato

Benvenuti al Crocetta-macchietta-antimafia show, messo in scena il 2 agosto in Commissione Antimafia. Lo spettacolo è assicurato, vi scompiscerete dalle risate!

Scritto da Redazione
 Pubblicato: Mercoledì, 03 Agosto 2016 12:14

Quella che potete sentire cliccando sul link  di Radio Radicale che segue, è la registrazione della scoppiettante audizione, davanti all’Antimafia Nazionale, del  2 agosto 2016, del Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, protagonista di una delle sue solite ‘curtigliate’.

Non ha risposto, ovviamente, alle domande sui suoi rapporti con quella parte diConfindustria legata alla mafia e sotto inchiesta per mafia, che fa affari con appalti e servizi di pubblica utilità, uno su tutti i rifiuti, gestiti assieme alla Regione Siciliana, da parecchi anni, violando una caterva di norme ambientali ed amministrative.

Non ha risposto  neanche riguardo alla nomina a segretario generale della Regione, di Patrizia Monterosso. Nomina  che ai sensi della legge sulla Pubblica Amministrazione, più comunemente conosciuta come legge ‘Madia’, è da ritenere  illegittima, perché trattasi di un soggetto  condannato con sentenza definitiva dalla Corte dei Conti, per un danno erariale cagionato alla Regione Siciliana di 1 milione e 200 mila euro.

Senza tenere conto che, sempre la Monterosso, è anche  accusata da un pentito  di appartenere ad una loggia massonica deviata che fa affari in provincia di Trapani, con la mafia dell’Eolico, riconducibile al super boss latitante più ricercato d’Italia, ossia niente poco di meno che, Matteo Messina  Denaro.

E di niente stiamo parlando, a proposito della Monterosso, sciocchezze!

Ma come si suole dire in siciliano, Crocetta, una volta incalzato su questo ed altri terrificanti argomenti che lo riguardano personalmente, ha saputo solo ‘santari a gaddru’, ad ogni singola sollecitazione di tutti quanti i componenti della Commissione Nazionale Antimafia; ad ogni domanda scomoda, impediva  loro di parlare, sbraitando e dando il meglio di sé e facendo ricorso al suo solito narcisistico autoincensamento antimafioso.

Tanto è vero che la presidente dell’Antimafia Nazionale, Rosy Bindi, ha dovuto sospendere la seduta, a causa delle numerose risse da lui provocate ad arte ed ha deciso di riconvocarlo, non appena verrà sentito il suo ex assessore regionale con delega ai rifiuti, l’energia e l’acqua, il magistrato Nicolò Marino.

Il magistrato Marino ha già avuto modo, tra l’altro, in maniera inoppugnabile, come si evince da un’impietosa relazione parlamentare depositata il 19 luglio scorso, di dimostrare, davanti ad un’altra Commissione Parlamentare d’Inchiesta, che si occupa del ciclo dei rifiuti e dei reati ad esso correlati, carte alla mano, che Crocetta, Lumia ed Antonello Montante, il presidente di Confindustria Sicilia, adesso sotto inchiesta per mafia, lo hanno fatto fuori da assessore regionale nel 2014, non appena ha toccato gli interessi nel settore dei rifiuti, per svariate centinaia di milioni di euro, dal suo punto di vista illegali e che riguardano il vice di Montante, Giuseppe Catanzaro.

Il pomo della discordia è stata proprio la megadiscarica del vice presidente degli industriali siciliani, Giuseppe Catanzaro, quella di Siculiana, nell’Agrigentino, su cui pende un procedimento penale, presso il Tribunale di Agrigento, che è stato chiamato a decidere se tale mega bomba ecologica è stata realizzata violando una serie di norme amministrative ed ambientali, come si evince in almeno una dozzina di rapporti e verbali di polizia.

Ribadiamo  inoltre che, ecco il motivo per cui si sta occupando di questa delicata vicenda l’Antimafia Nazionale, a difendere  a spada tratta questa mega discarica privata, costruita e gestita  dal Catanzaro, senza impianti di selezione e di biostabilizzazione dei rifiuti, è stato sempre  Antonello Montante che, da due anni a questa parte, è sotto inchiesta per mafia, presso la Procura Distrettuale Antimafia di Caltanissetta.

Grazie ad una lunga serie  di atti  illegittimi, firmati da vari dirigenti regionali, totalmente asserviti a questa lobby di Confindustria Sicilia, il Catanzaro, grazie anche alla puntuale intercessione del Montante, suo ‘padrino’ imprenditoriale, si intende, ha potuto operare indisturbato sino al mese di giugno scorso.

Salvo a scoprire, con immensa meraviglia, si fa per dire, anche dello stesso Crocetta, che i Catanzaro, praticamente  da sempre, per così dire illegittimamente, sotterrano, contra legem, milioni di tonnellate di rifiuti, in maniera indifferenziata, causando gravissimi danni all’ambiente ed alla salute delle persone. Tant’è che  è stata loro comminata una prima multa di 6 milioni di euro e la loro discarica è stata chiusa; in quest’ultimo caso è stato aperto a loro carico anche un procedimento in sede civile ed amministrativa, per dei reati anche di natura fiscale.

Di queste gravi illegalità ed eventuali rapporti tra mafia, politica e rifiuti, ad esempio, avrebbe dovuto rispondere il Presidente Crocetta, davanti alla Commissione Nazionale Antimafia.

Ma, in maniera astuta, ha preferito farla finire a cagnara, com’è nel suo stille del resto.

Purtroppo per  Crocetta, ma per la fortuna della Sicilia e di tutti i Siciliani onesti, i lobbisti della munnizza che hanno fin qui tenuto in piedi quell’impareggiabile istrione che è il nostro Saro Regionale, meglio conosciuti fino allo scorso anno come la squadra antimafia, composta da Montante Antonello- Lo Bello Ivanhoe – Catanzaro Giuseppe  & company, stanno forse capitolando.

Adesso è arrivato il momento in Sicilia di  giustificare, alle Autorità Giudiziarie, cosa hanno  combinato e continuano a combinare alcuni strani e nostrani imprenditori, assieme  ai propri compari mafiosi con le loro attività imprenditoriali o per meglio dire ‘prenditoriali’.

Ci riferiamo  non tanto e non solo ai settori storicamente in mano alla mafia, quali la gestione dei rifiuti o dell’acqua, ma anche ai beni confiscati alla stessa  mafia, al  petrolio, ai porti, agli aeroporti, all’acqua, alle camere di commercio, alla formazione professionale od alle aree industriali.

Insomma di carne a fuoco non ne manca.

Speriamo che non sia tutto fumo e niente arrosto!

Anche se sembra che,  adesso,  il cerchio stia per  stringersi veramente e che la presidente Bindi e l’intera  Commissione Antimafia facciano sul serio.

Staremo a vedere nei prossimi mesi cosa succederà.

Intanto buon ascolto …

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