“Due consigli non richiesti a Mdp” (Peppino Caldarola)
Due consigli non richiesti a Mdp: non mettete il nome di Grasso o di alcuno altro nel simbolo. Il sistema è proporzionale, non richiede l’indicazione del candidato premer che sarà eletto dal parlamento su indicazione del presidente della repubblica. Mettendo il nome di Grasso lo vincolate a dire cose condivisibii da tutti e la lista non potrà smentire eventuali discutibili ma legittime prese di posizione dell’ex presidente del senato. Vi cacciate in un ginepraio. Secondo consiglio. Trovate il modo di associare “quelli del Brancaccio”, non bisogna perdere nessuno purchè tutti capiscano che non si possono mettere veti sulle candidature. Non esistono i puri che epurano.
L’ansia, mi hanno spiegato tutti gli psicoterapeutici che in settant’anni ho consultato, entro una certa soglia è un bene. Oltre no. I miei amici e amiche di Articoli 1 stanno superando questa soglia su due punti che, appunto amichevolmente, segnalo. Il primo è il ruolo del presidente del Senato Pietro Grasso. Tutto lascia pensare, soprattutto le sue dichiarazioni, che il presidente del Senato sarà il pivot della lista di sinistra. La disinformatzia che parte dal Nazareno spinge spesso a far girare la notizia che il presidente potrebbe, invece, fare un passo indietro, una sorta di Pisapia bis.
GRASSO ORA NON PUÒ PARLARE. Non so come stanno le cose, ma ne so due di cose. La prima è che Grasso in queste settimane non può dire assolutamente nulla perché il ruolo glielo impedisce. Ha parlato persino troppo. Conclusa la vicenda della legge di Stabilità sarà lecito aspettarsi una parola definitiva. La seconda cosa è un po’ brutale, al limite della mala educazione, ma la devo scrivere come la penso: io tifo perché Grasso ci sia, anche se non mi fa piacere vedere una forza politica diretta da un magistrato. Tifo perché Grasso è un personaggio forte e popolare, almeno credo. Tuttavia nel caso dicesse di no, non sarebbe un lutto.
CHE FINE HA FATTO L’ALLEANZA DEL BRANCACCIO. Il secondo punto che voglio sollevare è questo: che fine ha fatto l’alleanza con quel mondo che si riunì al Brancaccio guidato da Anna Falcone e Tommaso Montanari? Capisco che Rifondazione si sia fatta da parte, non mi vengono giù lacrime per questo abbandono. Capisco che Tommaso Montanari, intellettuale stimato, abbia le sue idiosincrasie rispettabili. Ma tutto quel movimento civico che va da Anna Falcone a gruppi socialisti, fino a realtà di diverso tipo, perché tenerlo fuori? L’assemblea costitutiva del 3 dicembre ormai si deve fare con chi l’ha decisa, ma tenere una porta ben aperta per far partecipare al dibattito e alle scelte questa area della sinistra sarebbe molto intelligente. È un consiglio