Gigliopoli: lì dove crescono bambini liberi…(S.Vitale)

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“Gigliopoli, La Città dei bambini spensierati” è un progetto educativo, “Il Giglio” è l’associazione promotrice del progetto che ha l’incarico di gestire la “Baronia”, ovvero un complesso di edifici e di terreni che il barone Lucifero, grande proprietario terriero milazzese, lasciò nel testamento con il preciso e specifico impegno di mettere i suoi beni a disposizione per l’educazione dei bambini “fragili e bisognosi”. I beni del barone sono gestiti da una Fondazione permeata da forti infiltrazioni politiche, con un Consiglio di amministrazione, composto da un rappresentante del comune, da uno della Curia, da uno della Regione, da uno della Corte d’appello di Messina e uno del Provveditorato agli studi.

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Difficile fare una descrizione dei circa 6 ettari di terra che costituiscono “Gigliopoli” e del modo in cui sono giornalmente curati, irrigati, stimolati nella crescita senza alcun uso di sostanze chimiche. Oltre il portone del grande salone in cui si svolgono buona parte delle attività, si estende un ‘oasi di verde che Don Ciotti ha definito “la porta del Paradiso”. Una parte del terreno è adibita ad orto e produce il necessario per buona parte del sostentamento della comunità di Gigliopoli, intorno alla quale ruotano una quindicina di persone, in gran parte educatrici ed educatori qualificati. In un’altra parte c’è una fattoria didattica numerosi animali quali pavoni, galline, asinelli, suini, conigli e tanto altro. Abbastanza produttivo anche un uliveto e altri alberi da frutta. In più è stato creato un labirinto di piante molto amato dai bambini. Il sistema educativo è quello proposto da Danilo Dolci, ma con contributi della Montessori e di Aldo Capitini, di don Zeno Saltini. L’istruzione è pertanto studio e lettura dei fenomeni naturali, del sistema produttivo e riproduttivo, della coltivazione dei frutti della terra e dei metodi culinari.

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Una serie di beghe e di problemi interni al Consiglio di Amministrazione ha congelato tutto negli ultimi anni, bloccando gli stipendi degli operatori scolastici e degli educatori, costringendoli a vivere con il poco ricavato derivante dalla vendita dei prodotti o dal nolo dei locali per feste e iniziative tra bambini. Facile presupporre che questa riduzione alla fame sia lo strumento per far fuori l’associazione “Il Giglio” e di portare avanti un uso più redditizio di questa immensa distesa che guarda ai due lati, levante e ponente della penisola di Milazzo e che si presta a progetti innovativi e speculativi. La comunità di Gigliopoli al momento è una delle poche realtà europee, se non mondiali, in cui si educa, sin dalla prima infanzia, a valori di pace, di non violenza, di antiautoritarismo, di solidarietà, di corretto uso della ragione al di là delle superstizioni e, pertanto, dello stimolo di capacità di analisi critica. Non potevano mancare, in un posto simile, incendi, minacce, inviti ad abbandonare il campo, assieme alla solidarietà di note personalità, a partire da Don Ciotti, di Paolo Cacciari, Amico Dolci, Cecilia Strada, Vauro Senesi e tantissimi personaggi italiani e stranieri fautori dei valori espressi da Gigliopoli.

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Al momento le previsioni per il futuro non sono rosee: l’assessorato alla famiglia della Regione Sicilia, in mano ai seguaci di Cuffaro, ha inviato un suo rappresentante, mentre si sono susseguite gestioni provvisorie affidate a Commissari di varia estrazione, in attesa che il Consiglio della Fondazione si normalizzi. E’ stato promesso da tempo, ma non arriva un finanziamento per il restauro dell’abitazione del barone, ormai cadente, specie nella parte superiore, e che rappresenta un prezioso esempio di architettura e arredamento pre-novecentesco. Intanto, con l’inizio del nuovo anno scolastico, la struttura comincia a rianimarsi per accogliere gli oltre mille bambini che annualmente la frequentano. Quasi tutta la città è schierata a difesa della struttura e ne chiede la continuazione e il potenziamento.

Pubblicato su ANTIMAFIA 2000 il 27.8.2024

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