I principi della propaganda di Goebbels sempre in uso
I principi della propaganda di Goebbels presentano molte analogie con le scelte o strategie di comunicazione di certa propaganda della politica italiana da Berlusconi al Movimento 5 Stelle, alla Lega. Propaganda che funziona, soprattutto se l’ispirazione alle tecniche del passato viene usata per riproporre gli stessi obiettivi di gestione del potere nella prospettiva dell’uomo forte, dell’uomo nuovo, dell’”uno di noi” , tutti segnali per dire che la storia purtroppo non ci ha insegnato nulla. Ma soprattutto è la circolazione della notizia, vera o falsa che zia, che la fa esistere e la rende credibile: tra le sue tante frasi Goebbel ebbe a dire che “una menzogna ripetuta mille volte diventa verità”. Una volta era menzogna, adesso è fake new, ma il senso è sempre quello dell’apparenza che, attraverso i suoi sostenitori finisce con l’essere realtà. Il discorso può valere per qualsiasi cosa, da Dio, all’asino che vola, ai protocolli di Sion alla Donazione di Costantino, alla quotazione di un’azione in borsa.
Primo principio, quello che Goebbels definiva il “principio della semplificazione e del nemico unico: “E’ necessario adottare una sola idea, un unico simbolo. E, soprattutto, identificare l’avversario in un nemico, nell’unico responsabile di tutti i mali”. Il nemico è interno o esterno, a seconda dei casi. Non servono idee con cui controbattere le tesi dell’avversario, basta identificarlo come il responsabile di tutti i mali; non servono programmi alternativi: il nemico è il Renzi di turno, la Casta e i suoi esponenti. Tutto diventa più facile nella sua semplificazione. Non servono proposte politiche (ammesso che ce ne siano), non serve il confronto sulle idee, (ammesso che se ne abbiano). Secondo questa elementare logica basta buttare un secchio di merda sulla dignità di una persona: la puzza non si cancellerà più
Il secondo è il principio della trasposizione: “Caricare sull’avversario i propri errori e difetti, rispondendo all’attacco con l’attacco. Se non puoi negare le cattive notizie, inventane di nuove per distrarre”: Su questo punto La Casaleggio Associati e l’equipe che propaganda l’immagine di Salvini si servono di un vero e proprio network per diffondere in modo virale notizie completamente inventate. Serve a poco mettere un argine, cercare di smantellare la bufala, perché la viralità funziona sa bene che, secondo il detto dello stesso Goebbels, “ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità” ,
Il terzo punto è il cosiddetto principio della volgarizzazione: “Tutta la propaganda deve essere popolare, adattando il suo livello al meno intelligente degli individui ai quali va diretta. Quanto più è grande la massa da convincere, più piccolo deve essere lo sforzo mentale da realizzare. La capacità ricettiva delle masse è limitata e la loro comprensione media scarsa, così come la loro memoria”. Inutile qualsiasi commento, qualsiasi identificazione con tecniche e metodi usati dal cosiddetto populismo o dal sovranismo. Basta un episodio proiettato come esempio nazionale, bastano poche semplici parole che arrivino alla”pancia” e il consenso sale subito di alcuni punti.
Il quarto principio, quello dell’orchestrazione “La propaganda deve limitarsi a un piccolo numero di idee e ripeterle instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre sullo stesso concetto. Senza dubbi o incertezze”: è il principio della semplificazione frammentato in più facce che ripetono con minime varianti la stessa linea di riferimento che ha la sua linea guida nella banalità, condita da cattiveria, da esibizioni muscolari, da proiezioni in cui si propone il riferimento o l’immagine di ciò che si vorrebbe essere e in cui identificarsi.
Il quinto principio è quello del continuo rinnovamento: “Occorre emettere costantemente informazioni e argomenti nuovi (anche non strettamente pertinenti) a un tale ritmo che, quando l’avversario risponda, il pubblico sia già interessato ad altre cose. Le risposte dell’avversario non devono mai avere la possibilità di fermare il livello crescente delle accuse”: il network della Casaleggio Associati ,i portali come Tze Tze, la creazione di gruppi di pronto intervento sui canali di comunicazione, dove il ritmo delle informazioni emesse è davvero impressionante e la loro viralità fondamentale ai fini di un’efficace propaganda. Per esempio, basta provare a segnalare a Tze Tze una fonte che non sia al 100% in linea con l’ideologia grillina per vedere cosa succede. Idem per facebook o per Twiter, dove gruppi “cammellati” preparati a farlo, supportati da soldatini e fans felici di assumere la parte dei killers, si gettano sull’incauto assertore delle sue idee per sbranarlo, ricoprirlo di ingiurie e farlo vergognare di aver detto una parola di dissenso.
Il sesto principio, è legato al precedente ed è quello della verosimiglianza: “Costruire argomenti fittizi a partire da fonti diverse, attraverso i cosiddetti palloni sonda, o attraverso informazioni frammentarie”: qui ci sono autentici artisti delle fake news che procedono imperterriti, anche se puntualmente smentiti. E’ una delle ragioni principali per cui i nuovi araldi della politica evitano accuratamente i confronti diretti con gli avversari. Non reggerebbero al dibattito
Settimo principio, legato al precedente è quello del silenziamento, il quale recita:”Passare sotto silenzio le domande sulle quali non ci sono argomenti e dissimulare le notizie che favoriscono l’avversario”. In altri termini disinteressarsi di ciò su cui non si può, non si sa o è inutile rispondere ed evitare di impelagarsi in discussioni sterili o perdenti, cambiando discorso e spostando il terreno del contendere su un argomento più favorevole. In ciò sono molto esperti i leghisti, che hanno poche idee, molte certezze e molta violenza.
Ottavo principio è quello dell’unanimità : “Portare la gente a credere che le opinioni espresse siano condivise da tutti, creando una falsa impressione di unanimità”: e qui gli Associati gialloverdi sono degli artisti, sono veramente dei maestri. In questo principio riescono a racchiudere la somma di tutti i principi precedenti portando intere masse di persone a credere in tutte le stupidaggini diffuse dal loro network semplicemente per il fatto che «se sono condivise da così tante persone devono essere per forza vere». Essi ed essi soli sono la voce del popolo, la volontà del popolo, l’espressione dei bisogni del popolo. E’ l’apoteosi della propaganda di Goebbels migrata ai giorni nostri.
Intendiamoci, alcuni principi della propaganda di Goebbels si possono ritrovare in molte politiche populiste, senza che populismo sia da intendere come un insulto, ma è solo l’apparato propagandistico delle due forze politiche oggi insieme che ha fuso i vari punti in un unico blocco usandolo come linea e strumento di propaganda politica, un Vangelo da seguire con fanatica dedizione. E’ auspicabile che i successivi sviluppi non seguano quelli, molto tristi, del passato.