Il Giubileo, la Porta Santa e la Scala Santa
Quella dell’apertura della Porta Santa, in occasione del giubileo è qualcosa diventato spettacolare, che tuttavia lascia qualche perplessità. Il giubileo, quando nacque, per iniziativa di un papa poco ortodosso, Bonifacio VIII, avrebbe dovuto celebrarsi ogni 100 anni. In era cristiana, dopo il primo Giubileo nel 1300, le scadenze per la celebrazione giubilare furono fissate da Bonifacio VIII ogni 100 anni. Nel 1342 Clemente VI ridusse il periodo a 50 anni, Martino V celebrò un giubileo nel 1425, con l’apertura, per la prima volta, della Porta Santa, e, nel 1450 Paolo II ridusse il periodo a 25 anni
L’ultimo giubileo ordinario si è svolto nel 2000, con Giovanni Paolo II, ma Papa Bergoglio ha fatto di meglio proclamando nel 2015 un Giubileo Straordinario della Misericordia. Premessa dell’inizio del giubileo è l’apertura della Porta Santa. Esiste un muro che sigilla la porta, che viene demolito da qualche muratore qualche giorno prima, con pulizia e profumazione delle parti aperte, dove è stata murata una cassetta con la chiave usata nel precedente giubileo. Il papa trova tutto pronto e si limita a spingere i battenti, con una preghiera che non è il noto ordine di Alì Babà, “Apriti Sesamo”. L’usanza venne introdotta dal più puttaniere dei papi, cioè da Alessandro VI Borgia, che nel giubileo del 1500 decise l’apertura simbolica di questa porta per accedere alla basilica di San Giovanni in Laterano, che era la basilica papale per eccellenza, con l’ordine di lasciarla aperta per tutto l’anno giubilare. Il passaggio da quella porta assicurava il guadagno di un’indulgenza plenaria, cioè di un credito spirituale con cui non si soggiorna in purgatorio, per purificarsi, ma si è ammessi direttamente in Paradiso. Nulla di diverso dal viaggio una volta nella vita, dei musulmani alla Mecca per potere entrare nell’Eden. Premesso che un papa si può inventare questo ed altro per rinvigorire la religione di cui è il capo, si può ragionevolmente pensare che la porta Santa non ha nulla di santo se non che è così chiamata dal papa, o resa tale con una sua benedizione. Non si sa che fine abbiano fatto le altre porte sante, ma l’attuale, (o almeno le sue valve bronzee) nella basilica di San Pietro, è un dono fatto nel 1945 al papa Pio XII dal vescovo di Lugano e Basilea Francesco Von Streng, come atto di ringraziamento, perché, secondo lui, dio aveva risparmiato la Svizzera dalla guerra. L’altra porta santa, recentemente aperta al carcere di Rebibbia da Papa Francesco, è stata realizzata dallo scultore Vico Consorti e inaugurata alla Vigilia di Natale del 1949. Con l’andar del tempo le porte sante si sono moltiplicate e al momento ce ne sono altre tre all’interno delle basiliche papali di San Giovanni in Laterano, di San Paolo Fuori le Mura e Santa Maria Maggiore.
Non meno curiosa l’esistenza della “Scala Santa” che si trova nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Anche qua il fedele che sale in ginocchio i 28 gradini della scala, guadagna un’indulgenza plenaria e potrà direttamente andare in Paradiso. Tale scala venne trasportata da Gerusalemme a Roma per ordine dell’imperatrice Sant’Elena, nel 326. Cristo avrebbe salito tale scala che conduceva al palazzo di Ponzio Pilato nel giorno della sua condanna a morte. Come faceva Sant’Elena a sapere che su quella scala trecento anni prima era salito Cristo, rimane un mistero. Così come sono un mistero le numerose spine della corona di Cristo, in giro, la Sindone e addirittura uno dei chiodi con cui Cristo sarebbe stato crocifisso, che è saldato dentro la Corona Ferrea con cui venne incoronato Carlo Magno. Molte cose anzi “reliquie”, vennero “trovate” e spacciate alla cristianità dai Crociati più di mille anni dopo di Cristo. Nulla da obiettare a chi vuol credere a queste cose. Però….