L’ aristocrazia finanziaria è una montagna di merda (Elio Camilleri)
Mi è tornata in mente quella definizione che Peppino impastato aveva dato della mafia: la mafia è una montagna di merda e, in un baleno ecco il titolo di questo articolo.
Da quasi un secolo i primi abitanti di questa montagna di merda cominciarono a produrre le condizioni della conquista della ricchezza prodotta dai ceti proletari e, poi, anche quella prodotta dai ceti capitalisti borghesi.
Le cattedre delle università americane ed anche quelle europee furono assegnate ad intellettuali e docenti ubbidienti a quei padroni del denaro che mal sopportavano il controllo politico e fiscale della produzione pur ancora sotto il controllo del classico capitalista.
Sapevano bene che i governi e i sindacati e una certa parte dell’ opinione pubblica doveva essere indotta ad assecondare i propositi dell’ aristocrazia finanziaria
Essa, in verità, fu molto abile a produrre il Memorandum Powell del 1971 e quel documento del 1975 dal titolo La crisi della democrazia, atto ufficiale della Commissione Trilaterale; seguì la nascita di altre istituzioni finalizzate a garantire una sicura crescita a questi nuovi padroni del denaro: Davos, Cernobbio ecc.
Poi la nascita di nuove banche e nuove concentrazioni e alleanze tra esse, nuove multinazionali sempre più potenti ed aggressive, nuove aggregazioni tra imprenditori e pezzi della politica: si capisce bene come e quanto Si sia ingrossato il numero degli abitanti di questa montagna di merda.
Si tratta di proprietari di banche, di finanzieri, di speculatori, di intrallazzisti e poi ruffiani, lecchini, ladri e truffatori.
Questa è l’ aristocrazia finanziaria che possiede più del 90% della ricchezza globale ed è nelle condizioni di fare fallire in pochi minuti interi stati o istituzioni internazionali.