La novena di Sant’Antonio

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Nel mio libro “Mulinazzo” riporto questo ricordo della “Novena di Sant’Antonio” , che le donne del posto cantavano ogni sera, per nove giorni, in attesa del giorno finale della festa, il 13.6 (S.V.)85 9 79 8 78 2 Cappelluzze Esproprio 9 3

 

Meno partecipata  della novena alla Madonna di Trapani, la novena di Sant’Antonio, poichè ancora molte famiglie non si erano ritirate in campagna. La sera del quattro giugno la cappilluzza con l’icona del santo veniva arredata con gigli e illuminata appena da un lumino all’olio. Ogni sera, sino al 13, si pregava  più o meno con le stesse modalità della novena della Madonna. Per una di quelle distorsioni di cui solo il folcklore è capace, Sant’Antonio da Padova si trasformava in Sant’Antonino abate. A turno le donne cantavano:

 

Decimila voti ludamu a Sant’Antuninu:

ludamulu  tutti l’uri ch’è lu nostru prutitturi

 

Quando si arrivava a “centumila voti”, seguiva questa filastrocca recitata:

 

Sant’Antuninu amato amato

‘ncelu faciti lu me avvucatu

Sant’Antoninu amatu sia,

‘ncelu faciti la grazia a mia

 

E poi, in lingua italiana:

 

Sant’Antonino amato amato

amato sempre e da Maria

tu che dai pesci fosti ascoltato

Sant’Antonino prega pi mia

 

Chiudeva la novena a za Rusulia a Mastricchia:

 

Sant’Antoniu miu biatu

Cu lu bammineddu a latu

Vi lu detti la matri di diu,

facitimi grazia Sant’Antoniu miu

 

Sant’Antonino glorioso e pio

 in cielo fate l’avvocato mio

 

Rispondevano tutti in coro:

 

l’anima mia con voi in cammino

voi proteggetela, sant’Antonino

 

Noi ragazzi, specie nelle notti di luna, andavamo a “imboscarci”  sotto  gli ulivi, giocando a nascondino, a “liberi tutti”, allo schiaffo, mentre nell’aria si perdeva il canto delle nostre madri. Non so se esso è mai arrivato ai piedi della “beddamatri ”, così come non so dove siano finite le icone della Madonna e  di Sant’Antonio, poggiate dentro le cappelluzze,  alloggio di gechi, lumache, lucertole, ragni.

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