La presa per il culo
“E’ na questione politica – na grande presa p’ el culo”. Era il 2008 quando Venditti cantava la sua “Prendilo tu questo frutto amaro”, e tutto è continuato nella sua olimpica immutabilità, è diventato una regola. L’importante non è fare, ma far credere di fare. Dire il contrario di ciò che si vuol sostenere e credere di essere creduto. Pretendere che continuerà ad essere sempre così, con qualche apparente tentativo di cambiamento. Credere che ormai gli Italiani sono così assopiti e rincitrulliti, da potere essere presi per il culo senza pagare alcun prezzo, anzi, felici di farsi adescare. Attenzione, avviene spesso che l’inculatura si realizza addirittura con grande piacere della vittima, (Luttazzi lo ha denunciato anni fa in una delle sue rare esibizioni televisive), e tutto sta sempre là, nel potere di persuasione che ha il mezzo televisivo, sapientemente utilizzato. Vent’anni di berlusconismo hanno insegnato, ai pochi che ancora riescono a fare un qualche uso del cervello, a barcamenarsi tra le tante insidie dell’informazione e tra i tanti trucchi nell’uso delle parole. Eravamo sull’orlo dello sfascio e nessuno lo sapeva. Si è andati avanti con dati reali spaventosi sulla crisi economica e sulla perdita di posti di lavoro, ma l’imbonitore ci diceva sempre che la ripresa è alle porte, che stavamo, che stiamo per uscire dal tunnel. Una sorta di generalizzata, giornaliera televendita, dove la falsa immagine sostituisce la realtà.
Sin qua la teoria. La pratica quella che negli anni passati abbiamo visto alla Regione Lazio, è la stessa di quella della Regione Lombardia, della Regione Campania o della Regione Sicilia. Clientele, bagordi, vacanze esotiche, caviale e champagne, donnine coreografiche, acquisti di case ed altre porcate, affitti simbolici di palazzi al centro città, tutto con i soldi regalati a piene mani ai partiti. Per chi osserva queste cose dall’esterno, il messaggio è devastante. Salvini felpato e riverniciato ha fatto dimenticare Rosi Mauro che abbandonava il seggio di vicepresidente del senato senza abbandonare la sua carica di parlamentare, anche dopo lo scandalo delle false lauree, i pochi deputati e senatori presenti nell’aula, dopo i prezzi sfacciati dei ristoranti parlamentari, i 100.000 euro dati in mano ad ogni parlamentare regionale. Malgrado la vergogna sia stata scoperta, ognuno continua imperterrito sulla sua strada, rimane al suo posto, tanto c’è una rete sommersa che consente a tutti di rimanere a galla. Qualche simbolica potatura per la vendita di auto di scorta dismesse, per il pranzo degli onorevoli alla bouvette, per il numero eccessivo di 60 barbieri e altre prese in giro propinate come voglia di invertire la rotta, di dire no agli sprechi e di girare la frittata in modo che il no sia seguito da norme che peggiorano la situazione. E così tutti diventano bravi, tutti fanno credere di non sapere, tutti continuano ad arraffare, malgrado i sondaggi vedano in costante aumento il numero degli oppositori e continuino a spostare consensi verso l’astensione o verso l’odiatissimo Grillo. Ormai la presa per il culo è l’unico modo di essere della cosiddetta “casta”, che non è capace di pensare a un metodo o a un sistema alternativo.
Se qualcuno ha pensato che il berlusconismo fosse finito, si sbagliava: lo abbiamo ancora dentro ogni spiraglio delle istituzioni. Il renzismo ne è la sua scientifica e metodica prosecuzione. L’unico baluardo che ancora resiste è la magistratura, malgrado gli attacchi da ogni parte, anche dal cosiddetto “garante” delle istituzioni, che garantisce solo se stesso. Ma anche lì su alcuni magistrati e sul loro modo di amministrare la giustizia ci sarebbe da discutere, senza che chi lo fa venga accusato di delegittimare il sistema.(Salvo Vitale)