L’afasia, le parole, lo sproloquio, l’effimero, l’essenziale (S.V.)

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  imagesL’afasia

Molto spesso, andando indietro, si trova che tutto è già stato detto e che le conoscenze contemporanee altro non sono che un’estensione, una ricomposizione, un arrangiamento, un riflesso di quelle del passato.

Sull’utilizzo della parola era stato Gorgia a ipotizzare che nulla si può definire con precisione, perchè il canale dei sensi è soggettivo, e pertanto tale è il significato che possiamo dare al significante, cioè alla parola con cui si definisce una cosa. Il passo più avanti venne fatto da Pirrone e dagli scettici che praticavano l’afasia, ovvero il silenzio non solo su ciò di cui non si può parlare, ma anche su ciò che non può essere detto in modo affermativo, perché l’affermazione è già un superamento del dubbio, che avviene sempre  sulla base di principi contestabili. Passano più di duemila anni quando  Wittgenstein dice: “Su ciò di cui non si può parlare bisogna tacere” e la conseguente “non tacere ciò che puoi dire”: il parlare è inteso come lo strumento della conoscenza posseduta, non di quella nascosta, ma l’analisi sulla validità del parlare su ciò che si conosce sembra accantonata: in realtà non lo è, perché la verità non coincide con il piano semantico e pertanto ha i suoi limiti e le sue incomprensioni.

 

Le parole

Molti linguisti credono che la conoscenza di molte parole sia elemento di  riflessione, di elaborazione e di possesso di conoscenze che vanno al di là del semplice lessico, cioè la costruzione di tasselli che compongono la costruzione del ragionamento: l’affermazione non fa una grinza, dal momento che l’argomentazione e la specificità dei significati approfondisce, illumina e dilata il campo di riferimento del discorso, ovvero l’acquisizione di conoscenze.   E tuttavia oso sostenere, con grande incazzatura di tutti i “parolai”, che potrebbe essere vero il contrario, ovvero che la conoscenza e l’uso di poche parole eviti perdite di tempo, divagazioni dell’attenzione, usura delle corde vocali e di quei settori del cervello da cui nasce la comprensione. Il detto: “prima di parlare assicurati di essere connesso col tuo cervello” è emblematico di come tante volte si parla a vanvera o si parla solo per il piacere personale di farsi ascoltare o di credere di farlo. Oggi il dibattito è aperto su come l’uso dei cellulari e degli SMS abbia ridotto all’essenziale la terminologia e quindi le conoscenze e le capacità critiche, rendendo i soggetti più vulnerabili e disponibili a essere manipolati, ma anche su questo si può discutere, nel senso che i messaggi, sia pure brevi , o meglio ancora le chat hanno ricomposto l’uso della scrittura, che è molto più conciso e preciso, rispetto al parlato, più effimero e più volatile

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Lo sproloquio

Ci sono diverse tipologie dello sproloquio:

-L’uso di sinonimi, che serve a dire la stessa cosa in molti modi

-L’uso di vocaboli entrati nel modo di dire comune o alla moda, spesso fuorvianti dal loro originario significato: tipo “assolutamente”, usato anche nel caso che si tratti di “probabile”, “negro” , diventato parola d’offesa rispetto a nero,

-l’uso di termini stranieri, ormai entrati prepotentemente nel linguaggio usuale, in sostituzione di quelli della lingua usata, ritenuti vecchi e obsoleti

-l’uso di termini dialettali, spesso con significati più estesi e irripetibili di quelli usati nella lingua madre, con la quale cercano di integrarsi: il termine siciliano “minchiata” è solo un esempio.

-la ridondanza dell’eloquio, legato a conoscenze retoriche, a termini specifici di una disciplina, al desiderio di mostrare la propria capacità locutiva e la propria intenzione di convincimento sull’ascoltatore. I filosofi sono maestri in questo.

 

L’effimero

L’afasia potrebbe essere una scelta, non solo esistenziale,  ma anche terapeutica. “In te ispsum rede”, di agostiniana memoria, non è solo una frase, ma dovrebbe diventare una pratica con la quale ci si sfronda di tutto quanto di artificiale, effimero, inutile la cosiddetta civiltà è stata capace di proiettare nel cervello e far credere di rendere proprio, quando invece si tratta di meccanismi ben oleati per ridurre un soggetto a strumento, cliente, artefice della società dei consumi. E’ così che una parola, tipo “Armani”  o “Ferragni”, diventa marchio, cioè elemento che dà un maggior valore a ciò che acquisti. Oppure un metallo o un qualsiasi reperto diventa pregiato perché diventato elemento di scambio o di riferimento sul mercato. Non è possibile tirarsi fuori da questo cerchio, perché alcuni prodotti o elementi  sono indispensabili ed è necessario possedere un minimo di denaro per acquistarli: tipo pagare la bolletta della luce elettrica, del gas, del ritiro dei rifiuti, le spese per gli alimenti, quelle per muoverti più velocemente ecc. Ma questo non vuol dire che non ci si possa “disintossicare” dai mali della cosiddetta civiltà contemporanea ridimensionandone alcuni parametri. Basti pensare quante risorse potrebbero essere destinate al benessere dell’umanità se si abolissero le armi, le droghe, le griffe, gli alberghi a cinque stelle, i generi di consumo accessibili solo a chi può permetterseli, e così via.

 

L’essenziale

In questo contesto il parlare potrebbe essere sostituito  da un rafforzamento della gestualità nei suoi vari  aspetti, l’espressione del viso, il movimento degli occhi, delle labbra, delle mani, della testa. Pochi gesti possono benissimo sostituire fiumi di parole.

Anche questa riflessione che sto scrivendo è fatta di troppe parole e comporta molti rischi, primo fra tutti quello di buttare nell’angolo i prodotti dell’arte, specialmente la letteratura.

Oppure sembrerebbe rispolverare il vecchio comandamento mafioso del silenzio, del “cu è surdu, orbu e taci campa cent’anni mpaci”. Campare cent’anni è già una grande conquista, meglio se farlo con un linguaggio “scabro ed essenziale”, di montaliana poesia, ma senza mai subire le prepotenze di quella parte negativa che è una componente dell’essere umano, della quale ci si deve liberare, come di molte altre cose  inutili o nocive per una civile convivenza.

 

 

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