Nascita (immaginata) del pool antimafia
28 LUGLIO 1983: Magistrati
Immagino un’altra scena: al Palazzo di Giustizia di Palermo, nella stanza del giudice Chinnici, che alza la cornetta: -“Giovanni, ci vediamo al solito posto”
E poi, telefonando di nuovo:-“Paolo, tra un’ora ci vediamo dove sai tu” .
Escono. Ognuno sale sulla macchina con la scorta e prendono direzioni diverse. Si ritrovano sulla parte più alta di Monte Pellegrino, dove c’è la statua di santa Rosalia. Sotto i loro occhi scorre il panorama, pieno di luce e colori:
Chinnici: -“E’ sempre bello guardare Palermo di quassù”
Falcone: -“Sembra quasi una città normale”
Borsellino: -“Normale? Una città col ventre molle, che fagocita e digerisce tutto, puru i pietri.”
Chinnici: -“Finiremo anche noi con l’essere fagocitati e digeriti, ma prima abbiamo molto da fare. Costa mi ha lasciato un bel casino. E’ un covo di serpenti che parte da Palermo e arriva a Roma, dove Pippo Calò regge i fili con la P2 e lavora con gruppi neofascisti legati alla banda della Magliana. Ricordate cosa aveva detto il questore Immordino?”
Falcone : -“Chi tocca quei fili muore”
Chinnici: -“Ebbene, Immordino è stato trasferito, al suo posto è arrivato Nicolicchia, iscritto nelle liste della P2. Anche per il caso di Pio la Torre, oltre che la mafia, ci sono sotto altri mandanti occulti. Era considerato un “elemento pericoloso per la sicurezza dello stato” ed era spiato dai servizi segreti, oltre che da agenti con una strana sigla R/C, sicuramente neofascisti. Ho comunicato alle vedove Costa, La Torre e Mattarella che voglio vederle. Tutto mi è sempre più chiaro”.
Borsellino: -“E il Procuratore Pizzillo che ne dice?”
Chinnici: -“ Ci rompe l’anima ogni giorno: -“Non esporti troppo”, “Smettila di indagare sulle banche, così rovini l’economia siciliana” ,“A quel Falcone caricalo di processi, così farà come ogni giudice istruttore, non farà niente”
Borsellino a Falcone: -“Ti vuole fregare”.
Chinnici: -“Le cose di cui ci stiamo occupando hanno tre livelli, ma noi siamo appena al primo. Domani consegnerò all’ufficio Istruzione il fascicolo di Nino e Ignazio Salvo, che porta dritto dritto a Lima e ad Andreotti. Un’ultima cosa. Ricordate il caso di quel giovane di Cinisi, Giuseppe Impastato, saltato in aria nel ‘78? Anche lì hanno cercato di imbrogliare le carte. Giovanni, occupatene tu. Ci sono molti elementi per incriminare Gaetano Badalamenti”.
Qualche giorno dopo, mentre Chinnici esce dalla sua casa in via Pipitone Federico, una terrificante esplosione fa saltare in aria il giudice, il portiere e due uomini di scorta.
Passa qualche altro giorno. Al Palazzo di Giustizia arriva il nuovo capo dell’ufficio istruzione, Antonino Caponnetto. E’ un uomo magro, alto, quasi calvo. Viene da Firenze ed ha scelto di lavorare a Palermo. Entra nella sua stanza, si guarda intorno, si siede e suona il campanello. Si presenta un carabiniere:- “Voglio vedere subito i giudici Falcone, Borsellino, Di Lello e Guarnotta”.
I quattro arrivano dopo alcuni minuti. Falcone gli stringe la mano:-“Benvenuto all’inferno, dottor Caponnetto. Sono Giovanni Falcone”
– “Non gli dia retta, dottore. E’ il solito pessimista. Qua siamo in paradiso. Sono Paolo Borsellino”
– “Sono orgoglioso di lavorare con lei: Peppino Di Lello.”
-“Chinnici non poteva trovare un successore migliore: Leonardo Guarnotta”.
Caponnetto: -“Da questo momento, come avevate cominciato a fare con il dott. Chinnici, nessuno di voi lavorerà più isolatamente e vi occuperete esclusivamente di mafia. Il lavoro di ognuno deve diventare patrimonio degli altri. Solo così il lavoro di ognuno, qualsiasi cosa succeda, non andrà perduto e potrà continuare attraverso il lavoro degli altri”
Falcone:-“Già: gli uomini cambiano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.
Di Lello: “In questo clima la morte è di casa, ma noi siamo vivi”
Borsellino: -“Del resto val la pena morire per ciò in cui si crede. Chi ha paura muore ogni giorno. Chi non ha paura muore una sola volta”
Guarnotta: -“E tu dicevi che il pessimista era Giovanni! Via, insieme possiamo farcela”.
Escono. Sulla scrivania Caponnetto nota un fascicolo con scritto: “Giuseppe Impastato”. Comincia a sfogliarlo.
( dal libro di Salvo Vitale: “Cento passi ancora” (Ed. Rubbettino)