Omologazioni
La lentezza dell’intelletto non è più in grado di arrivare prima dei meccanismi studiati per aumentare la velocità del tempo. Tutto pronto, preconfezionato, definito. Tutto registrato nella sua omogeneità. Non ci sono più caratteristiche originali: l’originalità serve ad andare oltre i parametri fissi, a inserire elementi di disturbo nell’equilibrio cosmicamente umano che distribuisce in modo paritetico spazi, tempi, misure, quantità. La massima espressione di utilizzazione del tempo libero è rappresentata dai centri commerciali. La libertà è un’apparenza già catalogata e inquadrata nel piano dell’offerta. Si crede di scegliere, ma si sceglie su ciò che è già stato scelto per te. Non c’è scelta che per un solo elemento: quello di mettere la mano in tasca, prendere il portafogli e dare il tuo denaro in cambio di qualcosa che, in ogni caso,sembra valere sempre meno di quanto la stai pagando. Lo stesso vale in politica: unico gesto ammesso quello di tracciare una x sulla scheda precompilata. Così la funzione pubblica e privata dei cittadini è quella del “cittadino consumatore”. Non ha più senso vedere un museo poichè non v’è consumo in quest’azione. La fruizione di un’opera d’arte richiede attimi di contemplazione e concentrazione per carpirne tutti i significati, le emozioni riflesse, le intensità cromatiche, il tratto del disegno. Anche il libro richiede, per digerirne il contenuto, la lettura, il passaggio mentale dei significanti, delle parole, in significati, la costruzione del concetto, della trama, dell’immagine elaborata mentalmente e non proposta attraverso il teleschermo. In questi mega ovili, non so, megastalle, rappresentati da super-iper centri, tutto è a portata di mano, dal cibo alle cure estetiche, al vestito, al computer, ai film proiettati in multisale o reperibili in DVD, lettori MP3, libri sempre più omologati nel raccontare il nulla, con vistose copertine e titoli esoterici. Tutti partecipano a tale veloce corsa senza ostacoli (non deve esserci ostacolo fra te e il bene di consumo ovviamente e la notizia che i nostri ragazzi nel numero del 50% non leggono libri (penultimi preceduti dai ragazzi romeni) scivola via veloce come una goccia sull’incerata. Dove porta tutto questo? Per ora davanti a migliaia di facce inebetite senza più nemmeno il soffio vitale. Il quadro di Magritte dice tutto