Partinicovid: proibito lamentarsi

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In alcuni miei servizi ho messo in evidenza disfunzioni, discrasie e difficoltà nelle quali è venuto a trovarsi l’Ospedale Civico di Partinico dopo la sua riconversione in ospedale Covid.  Nulla di più e nulla di meno di quanto non si faccia nei telegiornali delle emittenti di tutta Italia. Ci tengo a precisare che  non ho mai messo in discussione la professionalità e le competenze, peraltro al alto livello, del personale medico e paramedico in servizio, che si trova a lavorare con turni massacranti e in ambienti non ancora riadattati e in una situazione di provvisorietà che rende ancora più complesso e difficile il loro lavoro. I lavoratori non si toccano, tanto più quando si trovano a lavorare in condizioni difficilissime. Non si contano solo i morti, ma anche i guariti, grazie a una puntuale conoscenza delle terapie di cura. Qualcuno ha invece interpretato la cosa deducendo che parlar delle disfunzioni significa parlar male dell’Ospedale nel suo complesso, e quindi del personale che ci lavora. Non è così. L’ospedale è stato riempito da una ottantina di contagiati, senza che, con la deportazione dei malati si sia pensato di portare qui altro personale medico e paramedico che li curasse.

Le responsabilità di quel che accade vanno cercate più a monte, prima di tutto nella dissennata scelta di smontare un’utenza alla quale fanno riferimento circa 100 mila persone dei comuni limitrofi, per i loro bisogni terapeutici.  Non sembri un discorso di parte: lo hanno ribadito anche i sindaci di otto comuni della zona. Stesso discorso per la bella struttura dell’Ospedale Borsellino di Marsala e per quella di Petralia Soprana.  Non conosco le strategie e i calcoli che hanno ispirato tali scelte da parte dei responsabili regionali della salute e mi fermo qui. Mi pare di capire che la scelta è stata “Prima il Covid”, come per Salvini “Prima gli Italiani” , i malati d’altro si arrangino.

All’interno di questa scelta se n’è aggiunta un’altra ancor più spietata e conseguente: il male minore deve cedere il posto al male maggiore, anche se si tratta di malati di covid, magari frettolosamente dimessi perché bisogna far posto ad altri.

Adesso si sta giocando a scaricare le colpe e le responsabilità dei guasti causati sull’emittente della cui redazione faccio parte, colpevole di dare false informazioni, di creare allarmi, di avercela con l’ospedale, di infangare Partinico, di non lasciare lavorare in pace medici e infermieri. E così abbiamo trovato un altro capro espiatorio al quale addossare i disservizi provocati dal virus  e da scelte discutibili senza che, nei momenti in cui è sembrata esserci una tregua, sia stato invece preso alcun provvedimento né predisposto un piano che non distruggesse la medicina pubblica siciliana

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