Peppino Impastato, comunista e terrorista
Al processo per la trattativa stato-mafia, in un’udienza del 30.1.2014 il pentito Francesco Di Carlo ha dichiarato: “Ho saputo che i cugini Salvo si sono rivolti al maggiore dei Carabinieri Antonio Subranni (poi divenuto generale ndr) per fare chiudere l’indagine sulla morte di Peppino Impastato”. Sulla morte di Impastato, assassinato dalla mafia nel 1978, Di Carlo ha aggiunto che “Da quello che mi ha raccontato Nino Badalamenti non si poteva fare altrimenti, il ragazzo doveva essere ucciso. Aveva la radio, parlava di ‘Tano seduto’. E poiché non si poteva uccidere così uno degli Impastato è stato fatto in quella maniera che siccome che era comunista e a quel tempo i comunisti erano considerati come i terroristi si è fatta quella cosa. Prima è stato ucciso poi si è messo il tritolo sulla ferrovia. Da quello che mi hanno detto Badalamenti aveva interessato Nino e Ignazio Salvo per parlare col colonnello. Dopo poco tempo Nino Badalamenti mi ha detto: ‘no, la cosa si è chiusa’”.