Progetto politico per l’inizio di una nuova società
Alla “sinistra moderata” manca ed è sempre mancata ancora una proposta alternativa. Quale stato, quale società propone? Puntare sulla “continuità” sociale ed economica dell’attuale stato di cose serve solo a far preferire l’originale centrodestra, rispetto alla sua brutta copia di centro-sinistra, capace solo di autoaffondarsi tra le sue contraddizioni. E tuttavia esistono suggerimenti e proposte da coloro, sempre più in calo, che credono e hanno creduto nei valori e nelle idee del marxismo o in quelle ben più lontane nel tempo del comunismo.
Quali proposte per un possibile nuovo programma? : ecco alcuni punti per una “carta” e un modello politico-economico nel quale economia statale e libero mercato si possano fronteggiare con il fine di puntare a una gestione della società su un modello democratico di ampia base sociale, rispetto a quello attuale, che è interamente nelle mani di una oligarchia che detiene la ricchezza e ne fa sfoggio:
1) Riabilitare la politica liberale di “libera chiesa e libero stato”. Pertanto abolire tutti i privilegi clericali del Concordato, dalle esenzioni fiscali all’8 per mille, ai contributi alle scuole cattoliche, ai finanziamenti per ristrutturare case religiose, conventi, seminari chiusi, chiese e parrocchie: chi vuole la religione, la cultura religiosa ecc,, se la paghi e costruisca da sé e insieme agli altri fedeli gli strumenti per coltivare questi bisogni. Lo stato è laico e la politica non deve interferire con la religione, né viceversa: tutto questo comporta il rifiuto dei divieti voluti o sostenuti dal Vaticano sulla base di pregiudizi morali o pseudo religiosi inerenti la preservazione e autogestione della vita, (eutanasia, fecondazione assistita, matrimoni gay, aborto, divorzio, adozioni ecc.): chi è cattolico faccia le sue scelte, senza la pretesa di imporle agli altri ;
2) Eliminare il rapporto di controllo e di reciproca gestione tra la politica e i mezzi d’informazione. Non è tollerabile né conciliabile con le regole della democrazia, che ci si possa servire della proprietà dei mass media per fare carriera politica attraverso il cannibalismo nei confronti del proprio avversario politico. Anomalie europee come quella della dittatura mediatica del berlusconismo e del conflitto d’interesse che le determina, non sono conciliabili con la democrazia. Ne consegue, a catena, l’abolizione dei finanziamenti sulla stampa, della distribuzione controllata della pubblicità e il divieto assoluto di rimozione o condanna per chi esprime liberamente il proprio pensiero in qualsiasi modo non violento. Chi fa parte dell’opposizione non può legittimare, con la propria presenza e il proprio contributo le televisioni o i mass media illegali del proprio nemico politico, nè tantomeno fare acquisti secondo le indicazioni e i consigli che esso propone a pagamento: quindi boicottaggio totale di Mediaset e dei suoi alleati;
3) Fissare un tetto agli stipendi , alle liquidazioni e agli introiti di dirigenti, politici, presidenti . Tale tetto potrebbe essere quello di 100.000 euro l’anno a famiglia: con una somma del genere si può vivere benissimo e con il resto far vivere dignitosamente molti altri e creare posti di lavoro; e quindi revisione dei privilegi e dei costi della politica, abolizione dei finanziamenti pubblici o camuffati da fondazioni private, ai partiti, abolizione di enti inutili , revisione delle norme di compravendita degli atleti, che sono uomini e non merce ecc.;
4) Eliminazione di tutte le missioni militari italiane all’estero, che, allo stato attuale sono un modo di “dare una mano” al controllo americano del pianeta, dietro l’alibi di false difese della democrazia; nel contempo riappropriarsi di enormi porzioni di territorio nazionale ancora oggi nelle mani degli americani, come le basi di Aviano, Sigonella, Pisa ecc.: ogni stato ha il diritto di gestire il proprio territorio: e quindi ripudio della guerra, scelta della pace e organizzazione di una normale “difesa” cautelare e professionale del territorio nazionale;
5) Rilancio dell’occupazione attraverso la promozione delle opere pubbliche, oggi in gran parte abbandonate al degrado. I finanziamenti vanno cercati all’interno della voragine di privilegi e spese inutili individuabili nei punti precedenti; davanti a un’economia privata interamente lasciata alle leggi del libero mercato, e quindi senza assistenza statale, promuovere un’economia di stato che garantisca sicurezza del posto di lavoro e produttività; elemento centrale la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale.
6) Riorganizzazione della “macchina pubblica” attraverso un piano nazionale e razionale di utilizzazione delle risorse umane, a partire dalle forze dell’ordine, per arrivare a tutti i dipendenti statali: e pertanto potatura dei rami secchi e potenziamento dei settori carenti; non si tratta di licenziare, ma di far lavorare secondo le competenze. Scuola, sanità, ordine pubblico, assistenza sociale, ed amministrazione sono i settori statali da curare, secondo investimenti che li rendano più funzionali e più appetibili delle agenzie private. Per la giustizia va messa in atto la disposizione di risarcimento alle vittime nel caso di sentenze sbagliate da parte degli stessi giudici che hanno sentenziato. Due gradi di giudizio entro un limite di due anni e abolizione della prescrizione.
7) Eliminazione del precariato, come lavoro provvisorio, a progetto, a termine: dando per scontata una lotta senza quartiere contro il lavoro nero, chi inizia un lavoro dovrebbe conseguire una sorta di preferenza, sulla base delle sue esigenze familiari e delle sue competenze, ai fini della possibilità di ricoprire un lavoro successivo, sino al momento in cui il suo posto non sia più a rischio. L’abolizione delle chiamate nominali è il presupposto affinchè gli uffici di avviamento al lavoro possano avere un ruolo fondamentale nella gestione della disoccupazione;
8) Programma energetico basato sulle forme rinnovabili e sulle energie naturali: e quindi piano di riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti, di sviluppo di energie eoliche e solari;
9) Ritorno all’agricoltura con una serie di incentivi per chi sceglie di dedicarsi a queste attività, nell’ambito di un progetto di riutilizzazione delle terre incolte, da affidare a chi è disposto a lavorarle, con prestiti a basso tasso di interesse, agevolazioni verso cooperative e forme di lavoro associato, sconti per l’acquisto di macchinari, punti vendita gestiti dai produttori ecc.);
10) Integrazione razziale senza vincoli e limiti: la fratellanza tra i popoli e la reciproca crescita, nell’ambito di un’equa distribuzione mondiale della ricchezza sono il presupposto per l’eliminazione dei contrasti tra gli stati: ne consegue un netto rifiuto del nazionalismo e la condanna, con pene severe, di chi lo sostiene o di chi agita possibili rinascite di modelli neofascisti: la limitazione della libertà va rivolta particolarmente nei confronti di chi professa la limitazione delle libertà altrui. (S.V.)