Ricordo di Giuseppe La Franca
Ringraziamo Ignazio De Francisci, figlio del cugino di Giuseppe La Franca, che ci ha fornito questo documento e ci ha consentito di pubblicarlo sul sito della nostra Associazione
Ignazio De Francisci, nato a Palermo il 25 agosto 1952, è diventato magistrato nel 1977. E’ stato nominato Procuratore Capo dal Consiglio della Magistratura il 21 luglio 1999. De Francisci, allora 47enne, poteva gia’ vantare un’esperienza approfondita, grazie alla sua lunga carriera trascorsa a Palermo e alla sua partecipazione al pool antimafia da Giovanni Falcone. Attualmente lavora presso la Procura Generale di Palermo.
Quadro di Gaetano Porcasi
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Vi voglio brevemente parlare di Giuseppe La Franca, ucciso nelle campagne di Partinico il 4 gennaio 1997 perché aveva osato non piegarsi ai voleri della locale famiglia mafiosa.
Giuseppe La Franca era figlio di Gaspare La Franca, fratello di mia nonna paterna Margherita La Franca sposata De Francisci; era quindi primo cugino di mio padre.
Nato a Partinico nel 1924 aveva compiuto studi di giurisprudenza, si era laureato, ma non aveva mai svolto la professione. Era un proprietario terriero, appassionato di campagna e aveva conciliato questa sua passione con l’impiego presso il Banco di Sicilia di Palermo. Ha lavorato per anni nel salone centrale del Banco in via Ruggero Settimo, conosciuto e apprezzato da tutti per la sua disponibilità e cortesia. Aveva sempre abitato a Partinico, viaggiando ogni giorno verso Palermo a bordo della “littorina” prima e di treni più moderni, ma meno fascinosi, dopo. Era infatti legatissimo ai suoi genitori che ebbero lunga vita. Ebbe una lunga storia d’amore, coronata col matrimonio, con una vedova, madre di tre figli, che egli crebbe come suoi.
Una vita assolutamente normale, divisa tra campagna e città, forse faticosa per quel andare e venire da Palermo, interrotto solo con la raggiunta pensione.
Fu la passione per la campagna a decretarne la fine. Difese strenuamente le sue proprietà e la sua libertà di coltivarle e frequentarle a fronte della protervia della famiglia mafiosa di Partinico, guidata dai Vitale, che frequentavano le stesse zone e avevano mire sui possedimenti di Giuseppe.
Una fredda mattina di gennaio venne assassinato con alcuni colpi di pistola. Mi recai sul posto e vidi il suo corpo adagiato sul ciglio della strada provinciale, il viso appoggiato sulla fanghiglia causata dalle ingenti piogge del tempo. Faceva un gran freddo, pioggia e vento, ancora me lo ricordo. Io ero in Procura, all’epoca, e mi occupavo di mafia. Sin dall’inizio ebbi la sensazione che il fatto fosse sottovalutato da tutti e le indagini ne risentirono. Non voglio fare polemiche adesso, a Giuseppe non piacerebbero, rispettoso sempre delle Istituzioni e delle leggi. So solo che i parenti faticarono molto a ottenere la certificazione di vittime della mafia; per anni il povero Giuseppe fu un morto di serie B. Non ha avuto giustizia dagli uomini, nessuno è stato condannato per quel crimine, ma certamente siede tra i Giusti in Paradiso, lui che aveva anche studiato in Seminario ed era profondamente cattolico.
Queste righe le ho scritte per dire che la lotta alla mafia non è un cammino facile, non è un ballo di gala. Ci sono anche le sconfitte, e bruciano tutte, questa in modo particolare. E’ per questo che voglio ricordare Giuseppe La Franca, mite eroe borghese, ucciso perché non ha voluto abbassare la testa.
Ignazio De Francisci- 17 luglio 2013
dal blog Legalità e giustizia
A Giuseppe La Franca è stato intestato lo stadio comunale di Partinico-Porta anche il suo nome l’Osservatorio per lo Sviluppo e la Legalità di Partinico, il cui presidente attualmente è il figlio Claudio Burgio. IL Procuratore Ignazio De Francisci ha curato la riapertura dell’inchiesta su Peppino Impastato, chiedendone l’archiviazione, con sentenza del 27 febbraio 1992.