Sempre con noi: ricordo di alcuni compagni: Agostino Vitale
Dal libro di Salvo Vitale “Intorno a Peppino” – Editore Di Girolamo – 2020
Sapeva tutto di tutti quelli che stanno a Cinisi. Sapeva chi erano i mafiosi, a quali affari si dedicavano, dove abitavano, di chi erano parenti. Cominciò la sua attività politica nel PCI di Stefano Venuti. Diverse fotografie lo ritraggono con Peppino e con altri amici. Anch’egli maturò presto la sua scissione col partito. Fu tra i redattori de “L’idea” e un suo articolo sulla condizione dei giovani a Cinisi procurò una denuncia a tutta la redazione. E’ del 1974 un suo documentato servizio, apparso su un numero dattiloscritto “Confronto” sulle attività neofasciste a Cinisi. Per un certo periodo andò a cercare lavoro in America, ma preferì tornare e aprire una falegnameria. Teneva una sua rubrica serale a Radio Aut, usando come sigla “Un uomo da marciapiede” e aspettando telefonate che spesso non arrivavano. Fu lui, la mattina del 9 maggio a venire a casa mia alle sette del mattino per dirmi: “Ammazzaru a Pippinu”. Quando decisi di creare un’altra trasmissione che sostituisse Onda Pazza, fu con me nelle prime puntate, così come collaborò con qualche articolo al giornale “Nove Maggio”, del quale, in un certo periodo mi ritrovai da solo a scrivere gli articoli, a passarli sulla matrice, a stamparli col ciclostilo, a spillare i fogli e a distribuirli. Ecco un suo passaggio sulla crisi della sinistra: “Come passa veloce il tempo sulle cose, ma anche sulle idee! Dov’è finito quel progetto sociale che doveva far sollevare gli umili e i diseredati, farli emergere dal buio della paura e dello sfruttamento? Dove siamo gli umili? Chi siamo? Dov’è il nostro nemico e chi è il nostro nemico? Ci hanno confuso, ci hanno fatto confondere. Non è vero che ognuno ormai fa ciò che vuole, che tutti hanno un lavoro. Non è vero che guadagniamo tutti abbastanza per vivere. Il potere ha cambiato faccia, è sempre lì, più furbo, più agguerrito: si chiama capitalismo, si chiama disoccupazione, dalle nostre parti si chiama soprattutto mafia” (marzo 1980).
Per il resto continuò a seguire la politica di Cinisi, dando vita a una lista che poi espresse un sindaco, negli anni 90. Fu anche candidato per i Verdi in un’elezione provinciale. Sull’omicidio di Peppino e sulla sua dinamica continuammo, ogni volta che ci incontravamo, a romperci il capo per spiegarci com’era avvenuto e chi lo aveva consumato, costruendo le più complicate ipotesi, senza trovare risposte.
Le foto: “A manciata ‘a chiazza”: un evento memorabile: intorno al 1968 Peppino Impastato ed altri amici, tra cui Agostino, organizzarono una “mangiata” in piazza: vestiti di tutto punto , con un banchetto nella piazza di Cinisi in mesi fecero portare e consumarono vari piatti: l’intenzione era quella di”dare scandalo” ridicolizzando i canoni del perbenismo borghese. A capotavola, vicino all’ombrellone, Piero Impastato, di fronte Agostino Vitale, il primo da destra è Peppino Impastato
Foto 2: Agostino Vitale che canta, Piero Impastato con la chitarra e Peppino Impastato
Grazie per il bel ricordo del mio migliore amico, Agostino.
Vorrei segnalare una imprecisione: nella foto di Piero Impastato che suona la chitarra, il ragazzo che fuma la sigaretta, appoggiato di spalle a Piero, è Enzo Vitale e non Giuseppe.
Inoltre un piccolo contributo: nella foto della mangiata in piazza, oltre ai tre menzionati Agostino, Piero e Giuseppe gli altri due partecipanti sono Franco Palazzolo ed Enzo Vitale.
Grazie per l’attenzione e complimenti per il giornale.
Affettuosi saluti