Sempre con noi: Ricordo di un compagno: Gaspare Cucinella
Questo ricordo di Gaspare è riportato nel recente libro di Salvo Vitale “Intorno a Peppino” (Di Girolamo)
E’ morto a novant’anni, lasciandomi buona parte delle sue poesie, delle quali era riuscito a pubblicare solo un libretto, senza grande fortuna. Negli ultimi tempi si lamentava di essere stato dimenticato da tutti, specialmente dai compagni di Peppino. E’ stato uno dei migliori poeti e attori del teatro siciliano contemporaneo. Ha recitato con Franco Scaldati portando in scena linguaggi e momenti di vita del sottoproletariato palermitano in una dimensione che andava oltre il tempo storico e il luogo per caratterizzarsi come eterna tipologia dell’essere umano. Memorabile la sua interpretazione de “Il pozzo dei pazzi” . Ha partecipato, sia pure con ruoli secondari, a diversi film, tra cui “I cento passi” e “Jonny Stecchino”. Nell’estate del ’77 ha partecipato, a Radio Aut ad alcune trasmissioni di “Onda pazza”. Era legato a Peppino da forte amicizia ed era una persona, forse l’unica, capace di farci ridere a crepapelle e di metterci di buonumore. Ricordo lunghe serate con lui che cantava e recitava, lasciandosi accompagnare dalla mia chitarra.
I suoi versi possono stare all’altezza della migliore poesia siciliana. Poesia che nasce d’istinto attraverso i mille rivoli in cui si riversa la grande ricchezza del teatro. Il teatro, sua vecchia passione, rappresentava per lui lo spartiacque tra la realtà e la finzione, forse la possibilità di sostituire una realtà virtuale con i risvolti di una realtà concreta, inspiegabile nella sua irrazionalità fatta di cattiveria e di scelte “disumane”. E poi la tendenza a rifugiarsi nel sogno, dove la realtà sognata finisce con il prendere il posto della realtà vissuta, tematica teatrale tipica, da Shakespeare in poi. Per Gaspare è un leit-motiv che dà senso e corpo al proprio sentimento di bellezza interiore, dove il sognato diventa è la dimensione nobilitata del reale. Ma non era solo “un teatrante”, era anche un poeta d’impegno civile con particolare sensibilità verso tematiche sociali, come possibilità di forzare il blocco della realtà verso una prospettiva di armoniosa convivenza sociale, dove si proiettano bozzetti di vita “povera”, come quella del pescatore, del mendicante, del contadino.
Il tutto in un costante viaggio a ritroso nella memoria, in cui affiorano momenti d’esistenza perduta e irripetibile, vocaboli siciliani intraducibili, espressioni che acquistano particolare tono se si ha la fortuna di sentirle “recitate” dallo stesso poeta-attore, come in questi versi scritti poco prima della sua scomparsa.
CHI VAI CIRCANNU?
Nun t’abbiliari, chistu è u munnu,
futtitinni, nenti ci poi fari.
U tempu resta schifiatu puru a taliari.
Cerchi na cosa can nun puoi truvari.
Puru si l’hai a purtata ri manu,
dda cosa stissa resta sempri luntanu.
Manca a paruola.
Camini e nun sai picchì,
forsi ai a ncuntrari a strata giusta.
Quali strata?
Sunnu tanti i strati, tutti uguali,
strati nca nun ti fannu ciatiari.
Occhi talianu e nun ti virinu.
Facci cancianu, faccioli sunnu.
Chi cosa vuoi ancora, Asparinu,
ca l’amicizia sempri vai circannu?
Torna ai to’ suonna,
trovi tuttu chiddu ca ti manca,
e quannu t’arruspigghi jetta na vuci,
grira forti: “vaffanculu!!!
e t’addummisci arreri.
Le foto: 1) Gaspare recita al Forum Sociale Antimafia di Cinisi (2002) : dietro di lui Felicetta Vitale- “) Gaspare Cucinella e Peppino Impastato al Carnevale di Cinisi (1977)