Settembre
Pietre si sgranano
in una gialla risata di sole.
Tu persisti, quasi un mimo
intrappolato nella sua falsa fissità.
E’ già buio e ancora arriva
l’intermittenza delle cicale.
Altre terrazze aperte
sullo scivolo dell’infinito,
tavolozze screziate,
poseidonia sommersa,
assenza d’acqua,
presagio di morte
su quel che resta del paesaggio,
E i maghi che amammo
nelle sere di lume e freddo
si scaldano col twist
prima di iniziare il numero.
Scoli di fantasia.
Dentro fiumi di sperma
si precisa il naufragio,
fragile difesa deflorata
tra una dispensa di allusioni,
e un maledetto gorgo d’insufficienze.
Così, inesorabile, tracima
l’immenso amore con cui ti copro
senza sapere mai
se tutto ciò può bastare,
se ancora esistono altre cose,
altre dimensioni
che potevo darti e non ti ho dato.
(5-09-2011)