Sfugge a un attentato il Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci.

Questa notte il Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci è stato fatto oggetto di un grave attentato sulla strada statale che collega San Fratello a Cesarò. Intorno all’una di notte, al rientro da Cesarò dove si era recato per una manifestazione, l’auto dove viaggiava Antoci insieme all’uomo di scorta che lo accompagnava è stata presa di mira da almeno due malviventi che hanno fatto fuoco contro la vettura. Il poliziotto di scorta  ha risposto sparando ferendo uno dei malviventi. A dare man forte alla scorta, è intervenuto anche il dirigente del commissariato di Polizia di Sant’Agata Militello Daniele Manganaro che seguiva con un’altra auto. A quanto pare, gli attentatori erano provvisti anche di bottiglie incendiarie.  Il presidente del Parco dei Nebrodi e l’uomo della sua scorta sono stati condotti all’ospedale di Sant’Agata Militello per i necessari controlli medici e dimessi poco dopo. Antoci  vive sotto scorta in quanto, altre volte in precedenza  è stato fatto oggetto di intimidazioni per le sue denunce sulla mafia dei pascoli, ma l’episodio di stanotte supera il livello di guardia.

Ho conosciutoAntoci  Giuseppe Antoci il 14 maggio, a Sant’Agata Militello, durante la presentazione del mio libro “Cento passi ancora”.  L’incontro è stato anche  l’occasione per parlare della presenza della mafia nei Nebrodi: la proiezione di un servizio della RAI, nella trasmissione “Presa diretta” ha preceduto l’intervento di Antoci, il quale ha illustrato un complesso meccanismo con il quale diversi mafiosi della zona truffano la Regione incassando i soldi della Comunità Europea. Il possesso del terreno, spesso per affittanza o per minacce, molto più spesso per assegnazioni o concessioni da parte di enti pubblici, è seguito dalla richiesta di fondi alla Comunità europea. Sinora erano esentati dalla certificazione antimafia i terreni di un valore inferiore ai 150 mila ettari, ma Antoci si è battuto affinchè  la richiesta della documentazione fosse estesa anche a tali terreni  e, dai Nebrodi, la disposizione, anche per l’intervento del Presidente Crocetta, è stata estesa a tutta la Sicilia. Si è scoperto così che, rispetto al valore dichiarato del terreno, sempre bassissimo, i contributi superavano tale valore anche di cento volte.In pratica i mafiosi ricevevano comodamente a casa i soldi senza far niente. Anche il responsabile del Commissariato di sant’Agata Daniele Manganaro è intervenuto sostenendo che l’ammontare della truffa supera i tre miliardi di euro. La  certificazione antimafia è risultata negativa per  quasi totalità dei responsabili di tali vasti appezzamenti di terreno e l’indagine ha svelato che la Sicilia è la prima regione in Europa, con il 40% di frodi, delle quali, ad ora, è stato recuperato solo il 6%. Ci siamo accordati con il sig. Antoci per un approfondimento della questione, sulla quale intendevo scrivere qualcosa, ed oggi è venuta fuori la notizia di questo attentato, a conferma che le proposte del dott. Antoci e la sua azione di denuncia hanno toccato un punto scoperto, sinora sapientemente celato. A lui esprimo la mia solidarietà e apprezzo la sua dichiarata voglia di non fermarsi.

(Salvo Vitale)

 

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