Sul reddito di cittadinanza
Non voglio entrare nel merito della legge ma nel modo in cui sia stata applicata. Troppi disoccupati in mezzo a una generale disponibilità di lavoro che non viene focalizzata né presa in considerazione. Non mi si dica che il lavoro non c’è, perché ce n’è tanto, basta guardarsi in giro, file di utenti e uffici chiusi con la scusa del covid, Non mi si dica che non serve personale scolastico in appoggio a quello attualmente in forza, che non servano operatori ecologici, assistenza a tutto il personale statale, dal comune impiegato comunale agli agenti responsabili dell’ordine pubblico, al personale in aiuto alle cancellerie dei tribunali ecc. Non mi si dica che in tanta desertificazione avanzante, poiché nessuno lavora più la terra, non si possa creare un piano per la messa in produzione delle terre incolte: è necessario l’aiuto dello stato per la preparazione del piano e per la richiesta dei fondi e a questo dovrebbero pensarci i navigator che sono rimasti a grattarsi la pancia, perchè privi di strumenti. Perché non destinare una parte del reddito alla formazione di cooperative con progetti finanziabili? Non mi si dica che non si possano risolvere i problemi di una viabilità disastrata, del restauro di opere pubbliche cadenti, a partire dalle scuole, ecc. Basterebbe solo mettere in testa a ognuno di quelli che oggi sono costretti o amano starsene a casa che il pagamento di qualcosa va fatto in cambio di qualcosa, cioè l’entità del reddito percepito va compensata con una prestazione lavorativa equivalente. Altrimenti hanno ragione coloro che dicono che così com’è ora si fa solo assistenzialismo.