Sulla stupidità
Sulla stupidità
Salvo Vitale
Definizioni
La stupidità è una variabile intimamente connessa con la personalità di ogni soggetto umano: per ognuno esiste un livello di stupidità sinora non misurabile scientificamente, ma che si può cogliere in modo intuitivo, deduttivo, consequenziale. Una definizione completa della stupidità non è stata ancora data. Ho provato a chiederlo anche a Manuel, un bambino di sei anni: -“Chi è uno stupido? “ -“Uno che gli si è rotto il cervello”. –“E dentro che cosa c’era?” –“Niente”. Anche la ricerca dell’etimo non è precisa: per alcuni deriva dall’antico slavo “tupu”, ottuso, per altri dal sarebbe un adattamento del participio passato del latino “stupeo”, stupire. Sinonimi: scemo, scimunito, salame, stronzo, idiota, imbecille, sciocco, cretino, ottuso, deficiente, minchione, pirla, burino, babbeo, baccalà, quacquaraquà, anodino, fesso, mentecatto, ottuso, sottosviluppato, stolto, tetragono, tonto, vacuo, ingenuo, lento a capire, stolido, tardo di mente, sprovveduto, banale, debole, insignificante, trascurabile, testone, interdetto, mongoloide, tarato, credulone, incauto, sventato, coglione, inconsistente, spicciolo, corto, limitato, demente, dissennato, inavveduto, sconsiderato, addormentato, ritardato, futile, insipido, superficiale, rozzo, infantile, insensato, vano, ridicolo. insulso, piatto, balordo, farlocco, frellocco, becero, credulone, alienato, stravagante, citrullo, grullo, merlo, subnormale, beota, gonzo, minorato, sempliciotto, testa di rapa, gnocco. Sono siciliani i termini babbu, caiordo, mannaruni, lampiuni, tampa (un pesce scemo e inutile), locco ( dallo spagnolo “loco”, pazzo), testa di minchia, minchia di mare, (oturia), malaminchiata, (nato da un cattivo colpo di minchia),
Stupidità comportamentali
Ci sono stupidità comportamentali e stupidità discorsive: le prime riguardano scelte, azioni, reazioni dettate da motivazioni superficiali, non ponderate, istintive, prive di coerenza logica , in certi casi autolesioniste. A monte c’è spesso l’incapacità di saper decidere, la mancanza di senso pratico, di adattamento alle regole minime di comportamento: ci si può complicare la vita anche per scegliere il vestito da mettere, il pasto da preparare o da consumare, la trasmissione da seguire, il partner ecc., . Questo complicarsi l’esistenza raggiunge poi livelli parossistici quando si nota che c’è gente che cambia posate ad ogni nuovo piatto, che non beve due bevande nello stesso bicchiere, che non sa quale strada prendere, sia in senso reale che metaforico, che si lava le mani dopo aver toccato qualcosa, che pulisce con l’alcool tutto quello che può essere toccato. La casistica delle indecisioni, delle gestualità inutili, del non sapersi liberare dalla prigione di alcuni comportamenti si intreccia con il livello di stupidità che ognuno possiede: per esempio il povero che va a votare per l’uomo più ricco d’Italia è stupido in quanto ne approva e ne protegge, col voto, la condizione e accetta la sua personale condizione di utile idiota.
Stupidità discorsive
Le stupidità discorsive caratterizzano invece i ragionamenti, i giudizi espressi, le connessioni logiche. L’articolazione del discorso non segue più le regole aristoteliche dell’argomentazione, dell’evidenza, della consequenzialità e diventa vaneggiamento, associazione di idee o fatti la cui relazione inesistente viene invece trovata in qualche particolare comune o in qualche coincidenza. Alcune di queste false connessioni talora sono poste attraverso l’uso dei mezzi di comunicazione e conducono a risultati sorprendenti. Sulla base del proprio livello d’ignoranza si pensa, per esempio all’invasione islamica dell’Europa cristiana, ai grandi manovratori che studiano e regolano i movimenti del mondo e della storia, alle dottrine politiche liberatorie dell’uomo, vedi il comunismo , vissute come il peggiore dei mali possibili, alle storture e mistificazioni contenute nei testi “sacri”, intese come indubitabili manifestazioni della divinità. “Se non state attenti i mass media vi faranno odiare le persone oppresse e amare quelle che opprimono”, dice Malcom X.
La peggiore di queste distorsioni è data dalla divisione in classi sociali ritenute immutabili, in pastori e pecore, dove le “pecore” seguono docilmente il pastore, ovvero lo stregone-sacerdote che si atteggia a guida e a depositario della divinità. Stupido è anche chi non alza gli occhi per vedere un bel tramonto, una stella, un’alba, chi non è capace di notare e vivere la bellezza di un’opera d’arte, l’intensità di una musica, la perfezione di un fiore. Insomma, chi dorme pur essendo sveglio.
Tutti stupidi tranne io
Ma il fatto più notevole, l’autentica dimostrazione di appartenenza alla categoria degli stupidi è che lo stupido crede che tutti siano stupidi tranne che se stesso. Tutto questo lo pone in una condizione di giudice, giustificata dalla sua presunta superiorità sul resto del gregge , che non cambia molto di significato rispetto al luogo comune “La madre dei cretini è sempre incinta” o rispetto alla felice frase di Eduardo De Filippo “Ogni minuto muore un imbecille e ne nascono due”. Shakespeare ha espresso bene questo concetto: “Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio”. E non è il caso di farsi illusioni: dice Einstein: “Due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana. Ma sull’universo ho ancora qualche dubbio”. Molto simile una frase di cui si ignora l’autore: “Gli elementi più comuni dell’universo sono l’idrogeno e la stupidità, ma non in quest’ordine”
Letteratura
La letteratura intorno alla stupidità è vasta, a partire dal saggio di Musil (1937), “Sulla stupidità” , ma nessuno studio può raggiungere il livello del piccolo saggio di Carlo M. Cipolla “Le leggi fondamentali della stupidità umana” (Il Mulino), che definisce stupido “chi causa un danno ad un altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita” , individua cinque leggi fondamentali ed ha un triste corollario: “Quando la maggior parte di una società è stupida allora la prevalenza del cretino diventa dominante ed inguaribile”
Da parte sua Pino Aprile, nel suo “Elogio dell’imbecille” evidenzia una sorta di analoga dinamica, quasi una componente darwiniana dell’evoluzione, per cui gli stupidi sono sempre in aumento, in rapporto a una inarrestabile riduzione del volume del cervello. Ma già Nietzsche aveva intuito questa direzione della storia e l’aveva definita “il tripudio dei mediocri”, che si serve dell’ostracismo nei confronti del diverso, di chi non si omogeneizza all’insignificanza, di chi vuole conservare se stesso in mezzo all’annullamento collettivo della propria identità.
Stupidi d’oggi
Anche se , a ritroso nella storia, gli esempi di stupidità sono “infiniti”, si ha l’impressione che, in questi ultimi tempi, se ne sia avuto un incremento esponenziale. Lascia stupefatti il successo di individui rozzi e mediocri, come i leghisti Borghezio, Bossi, Salvini, tutto il clan dei berluscones, Gasparri in testa, per non parlare di Renzi e della sua cricca, di Grillo e dei suoi pentastellati fanatici seguaci, o, se vogliamo fare un salto sull’altra sponda del mondo, di Trump e del suo straordinario successo, della serie, più spari grosse minchiate, più prendi voti. Spacciarsi per candidato antisistema è una strategia efficace per coprire di essere una colonna portante del sistema e di “scendere in campo” per la difesa di questo sistema. Purtroppo non si tratta di una stupidità folkloristica che ha fine in se stessa. Fernando Pessoa dice: “solo una cosa mi meraviglia più della stupidità con cui la maggior parte degli uomini vive la propria vita: è l’intelligenza che c’è in questa stupidità”. Ed è un’intelligenza perversa, spesso legata al “cupio dissolvi”, che nel progettare la distruzione di qualcosa non pensa di distruggere anche una parte di se stessi, come nelle azioni dell’Isis contro i reperti storici o nella distruzione dolosa delle imprese che non vogliono pagare il pizzo. Non c’è da farsi illusione: i danni provocati dagli stupidi sono incalcolabili, uno stupido non è mai innocuo e purtroppo, dice Ennio Flaiano, “lo stupido più innocuo trova sempre un’eco favorevole nel cuore e nel cervello dei suoi contemporanei che sono almeno stupidi quanto lui e sono sempre parecchi”.
Ci sono speranze?
No, non c’è nulla da fare, il fiume scorre inesorabilmente e coloro che cercano di deviarne il corso, di accendere qualche riflettore nel buio, di aprire un varco all’intelligenza, sono considerati nemici, si chiamino essi Socrate, Seneca, Ipazia, Giordano Bruno, Trotsky, Martin Luther King, e tanti altri di un lunghissimo elenco, vittime del fanatismo, dell’intolleranza, dell’ignoranza, della stupidità, delle mafie. L’amara conclusione su questa breve riflessione è tutta in un’intuizione di Mario Andrea Rigoni: “Senza l’enorme forza della stupidità la storia non potrebbe avanzare, anzi nemmeno durare. Stupidità è l’essenza segreta del Tempo, il suo sortilegio, la sua ipnosi”. Quindi, malgrado, e direi, per fortuna, chi crede in qualcosa non smetterà di portarla avanti, bisogna arrendersi all’idea che al peggio non c’è mai fine, che il mondo è degli stupidi, ma che l’uomo “intelligente”, proprio grazie alla sua intelligenza ha la capacità di sapersi costruire una zattera.