Un ricordo di Mauro Cristaldi
di Massimo Zucchetti
Mauro Cristaldi, docente di Anatomia comparata presso il Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo alla Università La Sapienza di Roma, è mancato improvvisamente il 21 agosto scorso, mentre si trovava in una vacanza di riposo nella sua Sicilia, terra della quale era originario.
Professore molto apprezzato dagli studenti alla Sapienza di Roma, amava definirsi semplicemente un naturalista, Era ed è la definizione più giusta per Mauro: studiava la Natura e si è trovato a confrontarsi con tutto quanto tende a distruggerla. Possiamo aggiungere qualche altro aggettivo, traendolo anche dalle espressioni di cordoglio che hanno manifestato in moltissimi: scienziato contro la guerra; ecologista senza finzioni; marxista; ateo materialista dialettico; antimilitarista; generoso; onesto.
Abbiamo lavorato molto – assieme – sull’abuso militare dell’uranio impoverito, sulle basi militari in Sardegna, sul MUOS, sui rischi dei sottomarini nucleari.
Mauro Cristaldi è stato tra gli animatori del Comitato ‘Scienziate e scienziati contro la guerra’. Era membro del Comitato Scientifico del GA.MA.DI., scienziato e marxista impegnato contro le guerre e la devastazione ambientale. Un aspetto evidente della traccia sociale, scientifica e umana lasciata da Mauro è quello della scienza come terreno di lotta politica, di controinformazione sulle guerre, con i suoi numerosi studi sulla contraddizione ambientale come parte integrante della contraddizione tra capitale e lavoro.
Ricordo qui solo tre volumi da me curati che hanno visto un suo importante contributo: “Contro le nuove Guerre” (Odradek, 1999), “Guerra infinita, guerra ecologica. I danni delle nuove guerre” (Jaca Book, 2003) e “Il Male invisibile sempre più visibile. La presenza militare come tumore sociale che genera tumori reali” (Odradek, 2005).
Fra i primi, e con presenza continuata e ultradecennale, seguiva e documentava i danni alle persone e all’ambiente nei poligoni militari della Sardegna. Era fra i pochi scienziati dei quali la popolazione sarda in lotta poteva fidarsi.
Da molti anni collaborava con la Rete dei Comunisti, prima nel Laboratorio di Critica Sociale e poi curando una serie di scritti comuni sulla questione ambientale e di classe insieme a Domenico Vasapollo.
Mauro Cristaldi fu il promotore del gruppo di lavoro di scienziati contro la guerra che scrisse – dopo il 1999 – cose vere, coraggiose e inascoltate sui crimini di guerra della NATO in Jugoslavia.
Negli ultimi anni, ci eravamo trovati di nuovo dalla stessa parte, per il movimento No MUOS; dall’altra parte, c’erano gli Stati Uniti d’America, il Governo italiano, e la “Scienza perbene”, che sogghignavano di fronte a noi piccoli, che studiavamo i rischi del terribile progetto militare MUOS e gli effetti delle micidiali 46 antenne USA di contrada Ulmo, a Niscemi. Mauro Cristaldi aveva iniziato un percorso scientifico di rilevante portata sulla Sughereta di Niscemi, per studiare le conseguenze delle emissioni elettromagnetiche su di essa.
Vorrei concludere con un rilievo scientifico. I suoi studi sul ruolo della microfauna, ed in particolare dei rodenti, come bioindicatori dei danni agli ecosistemi naturali, sono di assoluta eccellenza, come testimoniano le numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali sul tema. Nelle nostre numerose discussioni a voce, per telefono, via mail, mi trovai spesso ad incitare Mauro Cristaldi a dedicarsi con maggior tempo a questi aspetti, intuendone l’innovatività, il rigore scientifico, l’avanguardia delle metodologie e dell’approccio che sviluppava insieme ai suoi coautori. Maurone, come lo chiamavo io in questi colloquia, mi rispose una volta: “A Massimo, c’ho pure da pensà a tutto st’altro schifo”. Noi scienziati consapevoli, che dinanzi a “tutto st’altro schifo” non ci chiudiamo nelle nostre Torri d’Avorio, continueremo a fare come Mauro: e lo ringraziamo soprattutto per l’esempio che ci ha dato. Uno scienziato, un marxista, un uomo che ha sempre dato – scientificamente e umanamente – tutto quello che aveva, con grande generosità, e tra l’altro, senza mai mettersi un soldo in tasca, né appuntarsi una medaglia al petto, né accomodarsi su qualche cadreghino. Ma lasciando una traccia: non solo – amplissima – su googlescholar, ma anche nell’animo di tutti quelli che lo hanno conosciuto, apprezzato, e amato.