Una recensione al libro di Salvo Vitale “SVISATURE” (Elisa Viola)
Molto appropriata è la definizione che l’autore dà alla sua raccolta di poesie: “Cento quasi poesie….”. E’ una raccolta che sembra essere una vera rapsodia formata da componenti in versi liberi su fatti e immagini tratti dall’esperienza personale di Salvo, che sempre ha vissuto in modo “sui generis” anticonformista e libero da ogni pregiudizio. I temi sociali espressi con intensa vena poetica e, talvolta, in forma prosastica, (vedi “Caro politico”) danno il senso di contestazione e di rabbia contro il “modus operandi” di oggi. In particolare “Capitalismo” espone una cruda realtà dove tutto viene organizzato in funzione dell’arricchimento dei potenti e non certo per la realizzazione dell’uomo comune. Realistico e, talvolta, colorito il registro linguistico di tutti i componimenti: un registro linguistico che si allontana dai canoni tradizionali e rispecchia i moduli espressivi moderni del “vaffa” tanto di moda. Ma accanto alle contestazioni non manca la liricità dell’autore, capace di sorprendersi con stupore per una rosa aperta fuori stagione e che simboleggia il profilo di un sesso aperto che ci ricorda il “Gelsomino notturno” di Pascoli. Salvo è evidentemente capace di trasmettere il suo pensiero con l’indignazione di chi non accetta di vivere in modo rassegnato di fronte al malcostume dilagante, spronando tutti a diventare soggetti attivi per non perdere la speranza di un vero cambiamento.
Elisa Viola